— Eddie, è avvenuto centinaia di anni fa. Non penserai seriamente che succeda di nuovo qualcosa del genere?
Lui esitò un momento, poi sospirò. — Non lo so. Ma ho ascoltato le conversazioni sulla nave. — Mangiò un’altra forchettata di fettuccine, poi allungò una mano per prendere una bottiglia di olio piccante dello Sichuan, che si trovava sul tavolo insieme ad altri condimenti. Spruzzò l’olio su tutto il piatto. — Vogliono scendere tutti sulla superficie del pianeta. No. Questo non è del tutto vero. Ci sono astronomi a cui non importa niente, e alcuni planetoiogi che vogliono osservare gli altri pianeti del sistema. Ma costituiscono le eccezioni. I biologi stanno impazzendo.
— Che cosa ti aspetti? Questa gente ha percorso 18,2 anni luce per studiare la vita su questo pianeta.
— Lo so. — Mangiò altre fettuccine. — Così va meglio. Ti sto riferendo quello che ho senito. La maggior parte delle persone sulla nave parlano delle ricerche che intendono fare una volta che saranno scesi quaggiù.
Bevvi altro caffè. Eddie non aveva un modo di pensare lineare, che andasse da A a B, a C. A volte, quando lo ascoltavo, mi faceva pensare alla tessitura, al modo in cui il disegno si formava pezzo dopo pezzo mentre la spola andava avanti e indietro. Se avessi aspettato abbastanza a lungo, avrei capito il suo ragionamento.
Eddie disse: — Non è questo che mi preoccupa, anche se mi chiedo che cosa faranno tutte queste persone se i nativi diranno: "No. Non vi vogliamo. Tornatevene a casa".
"Quello che mi preoccupa è la speculazione. È particolarmente grave fra i membri dell’equipaggio.
"Ci sono un sacco di discussioni sulla fattibilità del commercio interstellare. Che cosa può essere così prezioso, e così straordinario, che varrebbe la pena trasportare da una stella all’altra? E che cosa conserverebbe il proprio valore per 120 anni? Quasi tutti ritengono che siano la vita e l’arte."
— Eddie, è una cosa di cui si discute da secoli.
— Ci sono persone sulla nave che stanno sviluppando modelli economici. Gli economisti, naturalmente. Non avremmo mai dovuto portarli con noi. Presentano attraverso modelli tutto quello a cui riescono a pensare. Vale la pena di spedire l’iridio? O il platino? O il rame? E se presupponiamo miglioramenti nella nostra tecnologia? Navi che si spostino molto più velocemente o consumino energia in quantità assai minore?
"E le altre persone? Pensa alla conoscenza e alla capacità contenute in quasi tutti i cervelli umani? Perché mandare l’arte sulla Terra? Mandiamo l’artista.
"E quando manderemo sulla Terra esemplari della vita di qui, o di qualunque altro luogo, dovremo mandare gli individui in grado di comprendere quella vita. Gli agricoltori e i cacciatori e i domatori di animali. Le donne anziane che sanno quali erbe sono medicinali.
"In quale altro modo potremo sapere che cosa abbiamo quando faremo crescere un organismo? In quale altro modo potremo prendercene cura? E servircene?"
Mi versai altro caffè. — La nave è piena di persone a cui piace trastullarsi con le idee. E come hai fatto notare prima, ì’quipaggio non ha molto da fare in questo momento. E neppure gli esperti di scienze sociali. Penso che tu stia prendendo la cosa troppo seriamente.
— Può darsi. — Finì di mangiare. — Ci sono problemi con tutti i modelli. Per esempio, come potremo mandare delle persone in un viaggio che durerà 120 anni? Non umani. Nativi, che probabilmente non capiranno la natura del viaggio.
"Nessuno ha una risposta a questo interrogativo, sebbene alcuni membri dell’equipaggio stiano ponendo come ipotesi nativi a cui piaccia viaggiare e che non si preoccupino se non torneranno mai a casa loro."
— Mmm.
Lui fece il gesto dell’assenso.
— Eddie! Stai imparando.
Lui ripeté il gesto, poi proseguì.
— Supponiamo che sia davvero economico spedire l’iridio o il platino. Chi lo estrarrà? E chi lo raffinerà? Dovremo prendere in considerazione la possibilità di una colonia di discrete dimensioni. Forse i nativi ci aiuteranno. Forse insegneremo loro la nostra tecnologia.
"Ci sono persone che sostengono che è una follia pensare di trasportare materie prime, anche materie prime che siano state almeno parzialmente lavorate, come lingotti di metallo. Costoro dicono: ’Perché non costruire qui le fabbriche e ottenere il prodotto finito? Per esempio, perché non costruire navi? Potremmo riempirle di belle cose, di vita e arte, e rimandarle sulla Terra. O altrimenti potremmo proseguire da qui e trovare altri pianeti in altri sistemi’.
"Come potrai immaginare, questo progetto richiederebbe una colonia veramente grande. E un notevole aiuto da parte dei nativi. Dovremmo farli entrare nell’era industriale." Spinse da parte il piatto. "E questo ci porta alla compagna Lu Jiang. Ti ricordi di lei?"
Feci il gesto dell’indecisione, poi aggiunsi: — Non ne sono sicura.
— È la donna che pensa che i nativi siano imprigionati nella loro presente fase storica. Le donne hanno bisogno degli uomini durante la stagione degli accoppiamenti e forse in altri periodi. Nella maggior parte delle società che abbiamo studiato, gli uomini sono importanti economicamente. Almeno fino a un certo punto. — Fece una pausa e aggrottò la fronte mentre cercava evidentemente di riordinare le proprie idee.
"Non è probabile che loro sviluppino il genere di commercio e produzione che porta al capitalismo industriale. Senza capitalismo industriale, non può esserci nessuna rivoluzione. Questi individui saranno per sempre tribali. Se non li aiuteremo, non potranno mai costruire una società socialista.
"Secondo la compagna Jiang, è nostro dovere aiutarli."
— Mi sta venendo mal di testa — dissi.
— Io ce l’ho da giorni. — Si alzò in piedi. — Andiamo.
Portammo i nostri piatti al tavolo riciclante e li accatastammo, poi uscimmo e ci dirigemmo verso il lago. La spiaggia era di ghaia. Sulla spiaggia correvano piccoli uccelli, fermandosi di quando in quando a beccare. Che cosa trovavano, se trovavano qualcosa? Piccoli animaletti? Frammenti di detriti?
— Capisci perché sono convinto che fosse pericoloso venire giù, anche per trovarvi?
— Credo di sì.
— L’ho detto alla riunione. Se l’avessimo fatto questa volta, se fossimo venuti a cercarvi, l’avremmo fatto di nuovo. Ci sarebbe stata un’altra buona ragione e un’altra ancora.
"Ho detto che dovevamo tracciare una linea di demarcazione. Dovevamo stabilire una norma invalicabile."
Naturalmente, ero furiosa con Eddie. Chiunque lo sarebbe stato. Sarebbe stato disposto a lasciarci morire in nome di una teoria, per difendere un mucchio di persone che non conosceva da un pericolo che poteva essere immaginario. Era troppo maledettamente astratto per me. Pensai a me sull’isola e a Derek sul suo banco di sabbia. Potevamo morire. Con tutta probabilità.
— L’assemblea non ti ha ascoltato.
— No. Erano bramosi, e hanno sentito la Ivanova fare il suo discorso sul Codice dello Spazio.
— Perché hai partecipato a questa spedizione se non volevi incontrare degli alieni?
— Speravo che sarebbero stati così maledettamente diversi che non ci saremmo potuti danneggiare a vicenda. Ho pensato che se ci fossero state delle persone qui e fossero state vulnerabili, doveva esserci qualcuno sulla nave con una buona memoria. Qualcuno che fosse pronto a difenderli. — Guardò verso il lago scintillante. — Eddie l’Eroe Galattico. L’uomo che ha cercato di salvare il suo popolo… 400 anni dopo e a più di 18 anni luce da casa. — Mi lanciò un’occhiata. I suoi occhiali erano stati trasparenti nella sala da pranzo, ora erano nuovamente come metallo lucidato.
Restai in silenzio.
— Mi sono infuriato. Credo che farò una passeggiata.
— Okay.
S’incamminò lungo la spiaggia. Io andai in cerca della cupola numero uno.
Era deserta: nessun altro acquirente e nessun consulente di moda volontario, niente all’infuori di un computer su un tavolo accanto alla porta. Schiacciai un tasto per la richiesta di indumenti e il computer rispose con una mappa. CORRIDOIO NUMERO DUE, SCAFFALI DALL’UNO AL NOVE. — PREGASI RICORDARE DI INSERIRE LE VOSTRE SCELTE — aggiunse in gialle lettere luminose. — SENZA QUESTA INFORMAZIONE NON POTREMO ADDEBITARE IL VOSTRO CONTO.