Guardai Nia. Era accigliata. — Tu sei cresciuta sulla pianura, Nia. Ha ragione riguardo al tempo?
— Non so che cosa regoli il tempo da queste parti, ma solo nella terra del mio popolo. — Tacque un momento.
Cadeva grandine insieme a pioggia. La grandine rimbalzava e rotolava. Ne finì un po’ sotto la tenda. Era grossa come palline di gomma.
— Tutto proviene dalla Madre delle Madri — ricominciò Nia. — Tutti gli spiriti sono figli suoi, e lei si è accoppiata con parecchi di loro. Questo genere di comportamento sarebbe assolutamente scorretto se a farlo fossero le persone. Se un uomo incontra sua madre durante il periodo dell’accoppiamento, si allontanano l’uno dall’altra il più in fretta possibile. Ma gli spiriti sono diversi. E chi altri aveva con cui accoppiarsi, la Grande? Ogni spirito esce dal suo corpo. — Nia si strofinò la pelliccia sulla fronte, togliendosi un po’ dell’acqua. — Si accoppiò con lo Spirito del Cielo. Ebbero quattro figlie in un solo parto. Erano tutte femmine. Ciascuna era di un diverso colore. Quando crebbero si allontanarono dalla loro madre e divennero le quattro direzioni. La figlia color giallo chiaro si stabilì a est. La figlia color arancione scuro si stabilì a ovest. La figlia nera divenne il nord. L’ultima figlia era color verdeazzurro come il padre. Essa divenne il sud.
— Questa è una storia che non ho mai sentito — disse Ulzai.
L’oracolo fece il gesto dell’assenso.
La grandine si ammucchiava, rendendo bianco il terreno. Nia proseguì.
— Lo Spirito del Cielo fece visita a ciascuna figlia a turno e ciascuna delle donne diede alla luce un figlio maschio. Erano i quattro venti. Costoro crebbero e diventarono violenti e litigiosi. Tutti loro rivendicavano la terra fra le quattro direzioni e nessuno voleva cedere. Combatterono per la terra, senza mai smettere, e la vita divenne impossibile per tutti. Perfino i demoni incominciarono a lamentarsi. Costoro vivevano sottoterra, ma di quando in quando amavano venire fuori e causare guai. Ora come potevano farlo? Non avevano la minima idea di quello che avrebbero trovato. Un’inondazione che spegnesse i loro fuochi. La neve alta nel cuore dell’estate. Grandine come questa o pioggia violenta.
"Infine la Madre delle Madri intervenne. Chiamò i quattro cugini. Loro vennero e stettero attorno a lei. Doveva essere davvero uno spettacolo! Ciascuno era di un diverso colore e ciascuno era alto come una nube temporalesca. Il vento dell’est era giallo come sua madre. Il vento dell’ovest era rosso-arancione come il fuoco. Il vento del sud era del colore del cielo, e il vento del nord era nero come il ferro…
"Torreggiavano sulla loro nonna e si guardavano in cagnesco.
"’Voi, ragazzacci cattivi’ disse lei. ’Perché non potete smetterla di litigare?’
"Le rispose il vento del nord. La sua voce era profonda e rimbombante. Il fiato che usciva dalla sua bocca era freddo. ’Siamo tutti uomini grandi. Nessuno di noi è disposto a cedere. Come possiamo permettere che un altro uomo abbia la terra di mezzo? Ciascuno di noi vuole le donne. Ciascuno di noi vuole gli animali.’
"’Guardatevi attorno!’ disse la Madre delle Madri. ’Avete distrutto ogni cosa che avete rivendicato. Le vostre inondazioni hanno spazzato via i villaggi. Le vostre gelate improvvise hanno ucciso la vegetazione. Gli animali sono fuggiti. I demoni parlano di andarsene. Che cosa è rimasto per cui valga la pena di combattere?’
"I quattro cugini si guardarono attorno. La loro nonna stava dicendo la verità. La pianura era nera e bruna. Non ci viveva niente. Né persone, né animali, né vegetazione.
"’E lasciate che vi dica qualcos’altro’ continuò la donna, la Grande. ’Mentre voi stavate qui a combattere, altri spiriti hanno fatto visita alle vostre madri. Adesso avete sorelle che sono quasi cresciute.’
"’È così? Allora me ne andrò a casa’ disse il vento del sud. Il suo fiato era secco e infuocato. Odorava come la pianura nel cuore dell’estate. Aiya! Che profumo! Così dolce e piacevole!
"’No’ disse la Madre delle Madri. ’Non permetterò che vi accoppiate con le vostre sorelle.’
"’Perché no?’ chiese il vento dell’est.
"’Ci sono state troppe cose del genere. Se continua così, ben presto i bambini che nasceranno somiglieranno a mostri o demoni.’
"’Ma che cosa faremo?’ chiese il vento dell’ovest. ’Non penserai che vivremo senza sesso.’
"’No’ disse la Madre delle Madri. ’Nel periodo dell’accoppiamento, ciascuno di voi lascerà il proprio territorio d’origine e andrà in un’altra direzione, il nord a sud e l’ovest a est, finché non incontrerà le proprie cugine o altre donne o perfino demoni femmine. Accoppiatevi con loro! Ma ricordatevi di questo! Parlo per la terra di mezzo. Non appartiene a nessuno di voi. Quando l’attraversate, viaggiate con prudenza. Trattate ogni cosa con rispetto. Non causate problemi. Non fate danni.’
"I quattro cugini si accigliarono e lanciarono occhiate furiose.
"’E se non accetteremo?’ chiese il vento del nord.
"’Allora mi occuperò io di voi, e non pensate che non sia in grado di farlo.’ Tutt’a un tratto la vecchia aumentò di dimensioni. S’innalzò fino a toccare quasi il cielo con la testa. Il sole splendeva sopra la sua spalla sinistra.
"I quattro cugini guardarono in su, restando a bocca aperta. Si ripararono gli occhi con la mano. Videro il loro padre, lo Spirito del Cielo, che si librava al di sopra della vecchia. Il sole era la fibbia della sua cintura. Le sue ali si estendevano da un orizzonte all’altro. Il padre li guardò dall’alto in basso. Il suo volto era verdeazzurro. Gli occhi mandavano bagliori furiosi.
"I quattro ebbero paura. ’D’accordo’ dissero. ’Faremo come suggerisci.’
"’Bene’ disse lo Spirito del Cielo.
"Così termina la storia" disse Nia. "I quattro venti smisero di azzuffarsi. Il tempo divenne meno violento. Le persone che se ne erano andate fecero ritorno nella terra di mezzo, e altrettanto fecero gli animali.
"Ma in primavera, nel periodo dell’accoppiamento, i quattro cugini viaggiano per la terra in cerca di donne, ed è per questo che il tempo è brutto in quella stagione."
Fece una pausa. Guardai la radura. Aveva smesso di grandinare, ma la pioggia cadeva ancora con forza.
— Ora non siamo in primavera — osservò Ulzai. — La tua storia non spiega questo tempo.
— I cugini sono irrequieti e turbolenti — rispose Nia. — Si aggirano furtivamente attorno ai confini della terra di mezzo. Cercano di essere prudenti, ma ogni tanto capita che si incontrino. Allora sbraitano e gesticolano. Guizzano lampi. Ci sono tuoni e grandine. Ma non combattono più come facevano una volta. Invece desistono e se ne vanno ciascuno per la propria strada. Non provocano veri danni.
Ulzai emise un suono secco. — Ho visto nuvole nere che s’innalzavano verso il cielo. Balzavano sulla pianura come danzatori vestiti di tuniche nere. Ne ho viste due e tre e quattro, tutte nello stesso momento, ciascuna in ogni direzione, che danzavano all’orizzonte. Penso che quelle nuvole siano in grado di fare danni. E che ne dici della grandine che abbatte la vegetazione? Dei venti che sradicano alberi? Delle tempeste di ghiaccio? Perfino la calura dell’estate può fare danni. Sono stato all’aperto e ho sentito il caldo come un colpo in testa e un pugno nello stomaco. Quegli uomini non hanno mantenuto la promessa. Stanno ancora combattendo, e questa terra è ancora un luogo poco adatto alle persone.
Nia aveva un’aria furiosa.
— Perché sei qui? — chiese l’oracolo.
— La pioggia sta diminuendo d’intensità — disse Ulzai. — E io incomincio a sentirmi nervoso. Forse voi sarete abituati a stare insieme ad altra gente. Io no. — Si alzò e si allontanò dalla tenda. — Restate qui! Sarò di ritorno! — Si addentrò nella foresta. Sembrava zoppicare più di prima. Il tempo, con ogni probabilità.
— Si è trovato in qualche genere di guaio — disse l’oracolo. — E lo stesso vale per la donna. Altrimenti perché avrebbero lasciato la loro terra?