— Quelli erano nuovi oggetti. Io sto parlando di nuove idee. Quasi tutta la nostra ideologia e la nostra tecnologia provengono… provenivano… dalla vecchia società. La maggior parte di ciò che abbiamo fatto si basa su quanto le persone sapevano già prima del crollo.
— Questo non è del tutto vero — dissi.
— Lo è in gran parte — ribatté Agopian. — Siamo stati come gli individui dell’inizio del Medio Evo. Usavamo la vecchia conoscenza in modi nuovi, ma non vi aggiungevamo niente.
Derek si accigliò. — Contesto questa analogia.
— Non voglio stare a discutere sul Medio Evo.
Derek fece il gesto che significava "dimentica quello che ho detto".
— In ogni caso, la stabilità, o stagnazione, è stata solo temporanea. È quanto abbiamo appreso quando ci siamo svegliati e abbiamo ascoltato i messaggi provenienti da casa. Più o meno nel periodo della nostra partenza le differenti società sulla Terra hanno incominciato a mutare rapidamente.
Fece una pausa, corrugando la fronte. — I cambiamenti erano allarmanti. Noi… mi riferisco all’equipaggio… riuscivamo a stento a governare le informazioni che stavamo ricevendo, ed è fuori discussione che siamo le persone più disciplinate sulla nave. Non avevamo idea di quello che sarebbe successo se il resto di voi si fosse svegliato e avesse sentito. Immaginammo panico e crollo del morale. Alcuni avrebbero voluto tornare immediatamente a casa, sebbene ci sia da chiedersi a quale scopo. Altri sarebbero crollati. Ci sarebbero stati mesi di discussioni e un calo nella qualità del lavoro. Ci è sembrato che la spedizione dovesse essere protetta. Abbiamo votato, tutti coloro che non erano ibernati. Abbiamo deciso di cambiare i messaggi.
Aprii la bocca.
Agopian alzò una mano. — Non fare domande. Non so quanto tempo mi resti e voglio riferirvi quanto più possibile.
— Okay.
— Abbiamo incominciato col cambiare la storia. È stato relativamente facile. Abbiamo scritto… io ho scritto… una storia alternativa, che ci facesse sentire più a nostro agio. Dopo di che è stata tutta una questione di ricerca e sostituzione. Abbiamo detto al sistema di computer di cercare determinate categorie di eventi, di cancellarle e sostituirle con altre categorie di eventi.
Sorrise. — Devo dire che provo un nuovo rispetto per i bugiardi, soprattutto coloro che sono vissuti prima dei computer. Non ho idea di come si possa riuscire a riscrivere la storia senza un computer.
— Perché l’avete fatto? — chiesi. — Che cosa poteva esserci di così terribile nei messaggi che provenivano dalla Terra?
Agopian si sedette accanto a una delle luci del ponte. Lo vedevo chiaramente: una faccia rettangolare color bruno chiaro. Gli occhi erano grandi e scuri, il naso alto e stretto, leggermente curvo. La bocca era normale. Erano gli occhi che dominavano il viso e i capelli ricciuti e ribelli, portati un po’ più lunghi di quanto fosse di moda fra i membri dell’equipaggio.
— Ci sono tre cose che contano per me: il socialismo, il marxismo e l’Unione Sovietica. Non penso che quello che provo sia sciovinismo. È amore per un luogo e orgoglio per ciò che i suoi abitanti hanno fatto. Hanno lottato ripetutamente, generazione dopo generazione, per edificare una società che incarnasse realmente i principi del socialismo. Ci sono riusciti, anche se solo a stento. La rivoluzione non è stata distrutta dallo stalinismo, né dal fascismo, né dal nazionalismo e neppure dai numerosi crimini e dalla sorprendente stupidità degli aparatchik, i burocrati. Alla fine le persone sono riuscite a creare una società che fosse soddisfacente e giusta.
— Se questo ti fa sentire meglio, possiamo assicurarti che il tuo sentimento non è sciovinismo — disse Derek.
Agopian sorrise. — La mia vita è stata costruita attorno al socialismo, al marxismo e all’Unione Sovietica. Sono come coordinate. Mi danno un posto nello spazio e nel tempo. Mi danno una struttura: morale, intellettuale, storica, sociale e personale.
"Quando penso di perderle… è come trovarsi nello spazio. Non c’è niente sopra né sotto. Niente vicino né lontano. Ci sono soltanto l’oscurità e le stelle. Poi ti volti ed ecco lì la nave o la Terra o una stazione. Sei in grado di orientarti. Ma se ti voltassi e non vedessi niente? Solo altra oscurità e altre stelle?
"Non esisono più paesi sulla Terra né in nessun altro luogo del sistema solare. Secondo quanto ci hanno detto i messaggi, laggiù hanno abbandonato categorie antiquate come "nazione". Hanno abbandonato categorie antiquate come "socialismo". Le idee del Diciannovesimo Secolo hanno ancora un interesse storico, ma non sono più pertinenti. Non è più possibile usare le costruzioni del marxismo. Semplicemente non funzionano. È questo che dicevano i messaggi."
Raccolse la sua bottiglia di birra e l’agitò. — Per quanto sono in grado di giudicare, queste persone non hanno alcun interesse in nessun tipo di sistema: politico, economico o intellettuale. — Si alzò in piedi. — Ho bisogno di un’altra birra. E voi?
— Che cosa fa la Ivanova? — s’informò Derek.
Lui restò un momento in ascolto. — Va ancora forte. In ogni caso vi ho riferito le informazioni importanti. Volete qualcosa da bere?
— Birra — rispose Derek.
Agopian entrò nella cabina.
— Sta dicendo la verità? — chiesi.
Derek fece il gesto del dubbio.
Agopian tornò e porse una bottiglia a ciascuno di noi. Si sedette ed emise un verso fra il gemito e il sospiro.
Bevvi la birra. — Hai detto che avete incominciato cambiando la storia.
Lui annuì col capo.
— Che cos’altro avete cambiato?
— Non dovete preoccuparvi dei messaggi personali. Riguardo a quelli non abbiamo fatto quasi niente. Per lo più venivano dai primi due o tre decenni del nostro viaggio. Vi capita mai di pensare alle persone che hanno mandato i messaggi? I nostri amici. Le nostre famiglie. Loro sapevano che le persone sulla nave erano ibernate. Sapevano che quando ci saremmo svegliati, loro sarebbero stati già morti.
"Ovviamente, col tempo la maggior parte di loro ha rinunciato. Cinque anni. Dieci anni. Dopo di che soltanto i fanatici hanno mandato molto. Noi eravamo usciti dalla loro storia e dallo spazio che conoscevano. Per loro siamo diventati irreali.
"Quei messaggi non costituivano affatto un pericolo. Erano discorsivi e informali, disorganizzati, pieni di notizie di famiglia, esattamente ciò che ci si aspetterebbe da una madre o una sorella. Abbiamo dovuto eliminare qualche riferimento ad avvenimenti storici. Altrimenti niente."
Fece una pausa. — Parte del materiale attinente ai fatti era okay. La tale e la tale stella è appena diventata una nova. Abbiamo scoperto una nuova forma di vita su Titano.
"Ma le teorie! Vi ho detto che queste persone non sono interessate a nessun genere di struttura. Quello è il problema numero uno. Il numero due è che non sembrano distinguere fra realtà e fantasia, o fra materiale che è pertinente e tutto il resto. Alcuni dei messaggi sembrano poesia. Altri sono storie delle quali non riesco ad afferrare alcun senso. Altri sembrano pettegolezzi o un insieme di proverbi. E altri ancora sono una sequela di fatti non collegati che non appartengono neppure alla stessa disciplina.
"E mescolate a tutto il resto ci sono sciocchezze: stupide barzellette e antiche leggende e immagini olografiche di chissà che cosa. Famiglie di estranei. Un hotel per vacanze su Marte.
"Questi sono i messaggi degli scienziati! Per metà del tempo parlano come una qualche vecchia signora un po’ pazza che si incontra al parco e che ha una teoria sull’astrologia e la storia. O come l’uomo che viene a riparare l’impianto idraulico e spiega la vera causa dell’ultima epidemia virale. ’Viene tutto da Titano. Fanno cose lassù da non credere. Non la guardate l’olo? Statemi a sentire, uno di questi giorni arriva giù un germe che fa sembrare una bazzecola l’Aids. Mi passate la chiave inglese?’"