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— Hai avuto le mestruazioni da quando siamo qui? — chiese ad Agosto.

— No.

— Sono già passati trenta giorni — disse Cirocco. — È un fatto insolito per te? — Dagli occhi sbarrati di Agosto Cirocco capì che lo era. — Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto rapporti con un uomo?

— Non ne ho mai avuti.

Calvin rifletté un attimo, fece una smorfia.

— Cosa posso dirvi? Sappiamo che a volte il periodo mestruale salta, anche se non si capisce bene perché. Stress fisici o psicologici, in genere. Ma è quasi impossibile che sia successo a tutt’e tre contemporaneamente.

— È quello che penso anch’io — disse Cirocco.

— Potrebbe dipendere dalla dieta. Chi lo sa. D’altra parte, sul Ringmaster i vostri cicli tendevano a essere sempre più simili, come succede spesso a donne che vivono nello stesso ambiente. A volte i segnali ormonali tendono a sincronizzare le mestruazioni. Aprile e Agosto avevano un ritmo uguale da tanto tempo e Cirocco era sfalsata rispetto a loro solo di pochi giorni. Due periodi trascorsi assieme e tutti si sono sincronizzati. Se ricordi bene, Gaby, il tuo ciclo era alquanto impreciso.

— Non ci ho mai prestato molta attenzione — disse lei.

— Be’, era così. Ma non so cosa potrebbe significare attualmente. Lo dico perché vi rendiate conto che a volte accadono fatti strani. È possibile che abbiate saltato un ciclo tutt’e tre.

— Ma è anche possibile che siamo tutte e tre incinte, e rabbrividisco alla sola idea di chi potrebbe essere il padre — rifletté Cirocco, annichilita.

— Questo è impossibile — disse Calvin. — Non vorrai farmi credere che la cosa che ha ingoiato tutti noi vi abbia fecondate? E come avrebbe fatto?

— Come può aver fatto non lo so. Però sono convinta che è entrata in noi e ci ha fatto qualcosa che a lei pare perfettamente naturale, e che per noi è mostruoso. È un’idea orribile. Se fossimo incinte, tu cosa puoi fare?

Calvin sorrise debolmente. — All’università non mi hanno preparato per i parti delle vergini.

— Non ho alcuna voglia di scherzare.

— Scusami. E comunque tu e Gaby non siete vergini. — Scosse la testa perplesso.

— Noi stiamo pensando a qualcosa di molto immediato. Non vogliamo questi bambini — intervenne Gaby — ammesso che esistano e che siano bambini.

— Sentite, perché non aspettate un altro mese prima di lasciarvi prendere dal panico? Se saltate un altro ciclo, chiamatemi.

— Vorremmo liberarcene subito — disse Cirocco.

Calvin sembrò sconvolto per la prima volta. — E io ti dico che per ora non ci penso nemmeno. Troppo rischioso. Potrei costruirmi gli strumenti per un normale raschiamento, però bisognerebbe sterilizzarli. Non ho nemmeno uno speculum. Se v’immaginaste cosa non dovrei improvvisare per un aborto, vi verrebbero i brividi.

— Ho già i brividi, se penso a quello che sta crescendo nel mio ventre — ribatté Cirocco, tetra. — Calvin, in questo momento non voglio nemmeno un figlio umano, figuriamoci qualsiasi cosa questo potrebbe essere. Devi intervenire.

Gaby e Agosto erano d’accordo, anche se Gaby sembrava scossa.

— E io dico di aspettare un altro mese. Non farà nessuna differenza. L’operazione è sempre quella. Ma forse tra un mese avrete trovato il modo di accendere il fuoco, di far bollire dell’acqua, di sterilizzare gli strumenti che io riuscirò a costruire. Non vi pare una proposta sensata? Se gli strumenti non sono sterilizzati, i rischi aumentano enormemente.

— Io voglio solo liberarmi di quella cosa — disse Cirocco.

— Capitano, calmati. Rifletti. Se vi prendete un’infezione, io non posso farci niente. A est c’è un’altra terra. Forse riuscirete ad accendere un fuoco. Mi darò da fare anch’io. Ero già arrivato a Mnemosine, quando ho ricevuto il vostro messaggio. Può darsi che là viva una razza capace di fornirci strumenti decenti.

— Allora riparti? — gli chiese Cirocco.

— Temo di sì. Prima farò un controllo medico a tutti.

— Ti chiedo di nuovo di restare con noi.

— Mi spiace. Non posso.

Nulla di quello che Cirocco poteva dire gli avrebbe fatto cambiare idea, e così lei si gingillò un poco con l’idea di trattenerlo con la forza ma capì subito che era un’idea sbagliata. E poi, c’era un’altra cosa di cui tener conto: non avrebbe mai potuto far male a uno con un amico così grande come Finefischio.

Calvin disse che tutti e quattro godevano di perfetta salute, a parte il problema delle donne, e si fermò con loro qualche ora. Raccontò quello che aveva visto nei suoi viaggi.

Oceano era un posto terribile, proibitivo, tutto di ghiaccio. Lo avevano sorvolato il più in fretta possibile. Era abitato da una razza umanoide, ma Finefischio non aveva voluto fermarsi. Gli aborigeni avevano lanciato pietre con una catapulta primitiva anche quando Finefischio era mille metri sopra di loro. Calvin disse che avevano aspetto umano ed erano ricoperti da una lunga peluria bianca. Prima colpivano e poi facevano domande. Li chiamò Yeti.

— Mnemosine è un deserto — disse. — Ha un aspetto strano, perché le dune sono molto più alte che sulla Terra. Credo sia colpa della bassa gravità. C’è vita vegetale. Quando ci siamo abbassati ho visto piccoli animali, e le rovine di una grande città e di altre città di dimensioni più modeste. Ci sono posti che migliaia di anni fa potevano essere castelli, in cima a spirali di roccia, e che ora stanno andando in rovina. Per costruirli devono avere impiegato centinaia di anni di lavoro, oppure elicotteri eccezionali.

"Credo che su Gea sia successo qualcosa di terribile. Sta crollando tutto. Un tempo Mnemosine doveva essere simile a Iperione, fin nei minimi particolari. Poi il clima è cambiato, oppure i costruttori di Gea sono stati spodestati.

"Probabilmente è colpa dell’enorme verme che abbiamo visto. Finefischio dice che ne esiste uno solo. Mnemosine non potrebbe contenerne un altro. Se ne esistevano due, si sono dati battaglia molto tempo fa, e adesso ne sopravvive uno soltanto. È grande abbastanza da ingoiare Finefischio come se fosse un’oliva."

Cirocco e Bill alzarono gli occhi su Calvin.

— Non l’ho mai visto per intero ma non mi sorprenderei se fosse lungo venti chilometri. È un tubo lungo, grosso, che ha alle due estremità un buco dello stesso diametro del verme. È segmentato, e il corpo sembra duro come la corazza di un armadillo. La bocca è piena di denti come una sega elettrica, sia all’esterno che all’interno. In genere vive sotto la sabbia, ma in certi punti la sabbia non è abbastanza profonda e allora deve emergere in superficie. È per questo che l’abbiamo visto.

— Si parlava di un verme simile in un libro — disse Bill.

— Anche in un film — aggiunse Cirocco. — Dune.

Calvin parve irritato da quelle interruzioni. — A ogni modo — riprese — mi sono chiesto se è stato un verme a distruggere Mnemosine. Capite cosa potrebbe fare alle radici degli alberi? Gli basterebbero un paio d’anni per divorarle tutte. Gli alberi muoiono, il terreno si deteriora, non regge più i corsi d’acqua, e i fiumi diventano sotterranei. Ofione, ad esempio, passa sotto Mnemosine. Il suo corso non viene interrotto, ma non feconda più la terra.

"Per cui ho pensato che se qualcuno ha progettato questo pianeta non può averci messo apposta un verme come quello. Probabilmente non gli piace il buio, se no si sarebbe esteso anche sotto Oceano e avrebbe buttato tutto per aria. Credo che sia successo solo per caso, e se Gea si affida solo al caso per sopravvivere non può durare molto. Quei verme dev’essere una mutazione recessiva, il che significa che non c’è più nessuno in grado di ucciderlo e di rimettere le cose a posto. Temo che i costruttori di questo mondo siano morti, oppure regrediti a livelli primitivi come succedeva in quelle storie che ci leggevi, Bill."

— È una possibilità — annuì lui.

Cirocco tossicchiò. — Sì, è possibile. Ma forse tu vedi troppe cose in quel verme. Forse quelli che hanno costruito questo mondo adorano i vermi, se li sono portati dietro, e per mettere a suo agio il verme di cui parlavi gii hanno regalato Mnemosine. A ogni modo, noi vogliamo arrivare al mozzo.

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