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«Non c’è nulla, nulla, nulla che per me sia più importante in chiunque segua le mie lezioni della sua assoluta integrità personale. Non importa se siete saldatori o ispettori, le leggi della fisica sono implacabili macchine della verità. Potrete ingannare gli uomini, ma non ingannerete mai il metallo. Questo è tutto.

Espirò a fondo, riacquistando il proprio buonumore, e si guardò intorno. Gli studenti quad lo stavano prendendo con la dovuta serietà, e non c’era nessun lavativo nelle ultime file che faceva battutine idiote. In effetti sembravano piuttosto sconvolti mentre lo fissavano con malcelato stupore.

— E adesso — disse, battendo le mani e sfregandole per spezzare l’incantesimo, — andiamo in laboratorio e smontiamo un saldatore per vedere che cosa può non funzionare…

Obbedienti, uscirono in fila indiana, chiacchierando tra loro. Leo seguì la classe e trovò la dottoressa Yei che lo aspettava accanto alla porta, sorridendo.

— Un’impressionante esordio, signor Graf. Lei diventa molto eloquente quando parla del suo lavoro. Ieri avevo avuto l’impressione che fosse uno di quei tipi musoni e silenziosi.

Leo scosse le spalle, arrossendo un poco. — Non è difficile, quando si ha qualcosa di interessante di cui parlare.

— Non avrei mai immaginato che la tecnica di saldatura potesse essere una materia tanto interessante. Lei ha una passione sincera oltre ad essere ricco di talento.

— Spero che anche i suoi quad siano rimasti ugualmente impressionati. È bello quando trovo qualcuno che si entusiasma. È il più bel lavoro del mondo.

— Comincio a crederlo. La sua storia… — si interruppe, esitante. — La sua storia di quella frode ha avuto un grande impatto. Non avevano mai sentito nulla di simile. E nemmeno io l’avevo mai sentita.

— È stato tanti anni fa.

— Ma è ugualmente molto sconvolgente. — Sul suo viso si disegnò un’espressione assorta. — Spero non troppo sconvolgente.

— Be’, io spero che lo sia, si tratta di una storia vera. Io c’ero. — La fissò. — Un giorno, là potranno esserci loro. Sarebbe un peccato di negligenza da parte mia, se non li istruissi come si deve.

— Ah! — rispose con un rapido sorriso.

L’ultimo dei suoi studenti era scomparso nel corridoi. — Bene, è meglio che mi affretti a raggiungerli. Frequenterà tutto il corso? Forza, venga, farò di lei una saldatrice.

La dottoressa scosse il capo con rammarico. — Riesce davvero a farlo sembrare molto attraente, ma temo di avere già un lavoro a tempo pieno. Devo lasciarla, ora. — Gli rivolse un breve cenno del capo. — Se la caverà benissimo, signor Graf.

CAPITOLO TERZO

Andy cacciò fuori la lingua sputando la crema di riso che Claire gli aveva appena infilato in bocca con un cucchiaio. — Beeh — commentò. Il grumo, rifiutato come cibo, sembrò esercitare un fascino nuovo come giocattolo, perché mentre ruotava lentamente lontano da lui, Andy lo prese tra la mano superiore destra e quella inferiore sinistra. — Ehi! — protestò, quando quel nuovo satellite si ridusse a una massa appiccicosa.

— Oh, Andy — mormorò spazientita Claire, e con una vigorosa passata di tovagliolo ad alta capillarità, per la verità piuttosto sporco, gli ripulì le mani. — Avanti, piccolo, devi assaggiarlo. La dottoressa Yei dice che ti fa bene!

— Forse non ha più fame — fu il commento di Tony.

L’esperimento di nutrizione aveva luogo nell’alloggio privato di Claire, assegnatole dopo la nascita di Andy e che ora divideva con il bambino. Spesso sentiva la mancanza dei suoi vecchi compagni di dormitorio, ma capiva, anche se con rimpianto, che la Compagnia aveva avuto ragione: la sua popolarità e il fascino di Andy probabilmente non avrebbero retto alle pappe notturne, al cambio di pannolini, agli attacchi di diarrea o di febbre e a tutti gli altri problemi infantili.

E le mancava anche Tony. Nelle ultime sei settimane quasi non lo aveva visto, perché il suo nuovo istruttore lo teneva occupatissimo. Il ritmo di vita sembrava essere diventato frenetico in tutto l’Habitat. C’erano giorni in cui sembrava di non riuscire neppure a prendere fiato.

— Forse non gli piace — suggerì Tony. — Hai provato a mischiarlo con l’altra brodaglia?

— Tutti sono degli esperti, tranne me — sospirò Claire. — Ieri però ne ha mangiato un po’.

— Che sapore ha?

— Non lo so, non l’ho mai assaggiato.

— Hmm. — Tony le prese il cucchiaio dalle mani, lo infilò nella tazza sigillata, ne prese un grumo e se lo cacciò in bocca.

— Ehi…! — esclamò Claire indignata.

— Beeh! — tossicchiò Tony. — Dammi quel tovagliolo. — Si liberò del boccone. — Non mi stupisce che lo sputi. È uno schifo.

Claire riafferrò il cucchiaio, borbottando, e galleggiò fino alla cucinetta per infilarlo attraverso gli appigli nel distributore d’acqua e asciugandolo con l’aria bollente. — Germi! — sbuffò in tono accusatorio verso Tony.

— Provalo tu!

Dubbiosa, annusò la tazza: — Mi basta la tua parola.

Nel frattempo, Andy era riuscito ad afferrare la sua mano inferiore destra con quelle superiori e se la stava morsicando. — Tu non dovresti ancora mangiare carne — sospirò Claire, togliendogliela di bocca. Andy trasse un profondo respiro, pronto a lanciare uno strillo di protesta, ma si limitò a esalare un semplice — Ah! — perché in quel momento la porta si aprì, rivelando un nuovo oggetto di interesse.

— Come va, Claire? — chiese la dottoressa Yei, spingendosi nella stanza con le grosse e inutili gambe da terricola che pendevano rilassate dai fianchi.

Claire si illuminò. Voleva bene alla dottoressa Yei: le cose sembravano sempre andare meglio quando c’era lei. — Andy non vuole mangiare la crema di riso. Ma la banana schiacciata gli è piaciuta.

— Be’, alla prossima pappa, prova a fargli assaggiare la crema di avena — disse la dottoressa, e galleggiò verso Andy, tendendo le mani che lui subito tentò di afferrare. Allora lei si divincolò abbassando le braccia, ma Andy le afferrò con quelle inferiori, ridacchiando felice. — La coordinazione della parte inferiore del corpo procede benissimo. Scommetto che avrà raggiunto quella della parte superiore prima di aver compiuto un anno.

— E il quarto dentino è spuntato ieri — disse Claire indicandoglielo.

— Questo è il modo che ha la natura per avvisarti che è arrivata l’ora di mangiare la crema di riso — ammonì con falsa serietà la dottoressa. Andy le afferrò un braccio, fissando con gli occhietti vispi i cerchietti d’oro che lei portava alle orecchie, completamente disinteressato ormai alla pappa. — Non agitarti troppo, Claire. Con il primo figlio c’è sempre la tendenza a esagerare per rassicurare se stessi che si è in grado di fare tutto. Con il secondo sarai più calma. Ti garantisco che tutti i bambini imparano a mangiare la crema di riso prima dei vent’anni, nonostante tutti i nostri sforzi.

In qualche modo sollevata, Claire rise. — È solo che il signor Van Atta mi aveva chiesto dei suoi progressi.

— Ah! — Le labbra della dottoressa Yei si strinsero in un sorrisetto tirato. — Capisco. — Difese l’orecchino da un nuovo attacco piuttosto deciso, mettendo Andy appena fuori portata. Il bambino esplose in un parossismo di movimenti annaspanti che riuscirono solo a farlo roteare. Aprì la bocca per protestare e la dottoressa Yei si arrese immediatamente, ma prese tempo, limitandosi a tendere le dita.

Una mano dopo l’altra, Andy si diresse di nuovo verso l’orecchino. — Forza, raggiungilo — lo incitò Tony.

— Bene — disse la dottoressa, rivolgendo la propria attenzione a Claire. — In effetti ero venuta per comunicarti una buona notizia. La Compagnia è così contenta di come si sono messe le cose con Andy, che ha deciso di anticipare la data della tua seconda gravidanza.

Alle spalle della dottoressa Yei, Tony sorrise felice, stringendo le mani superiori in un gesto di vittoria. Claire fece dei gesti imbarazzati perché la smettesse, ma non riuscì a trattenere un sorriso.

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