Miles sospirò. — Tu sei il rappresentante della Stazione Graf qui; e tu lo sai, quindi le autorità lo sanno. È sufficiente per il momento.
Bel si accigliò. — Questo ragionamento è troppo disonesto anche per me.
— Ti chiedo solo di aspettare. Potrei anche finire per comprare a Dubauer una nave veloce perché possa portare via il suo carico, preferibilmente una che non batta bandiera barrayarana. Tutto dipende dalle istruzioni che mi arriveranno da casa. Prendi tempo. So che puoi.
— Be’… va bene. Ma non per molto.
— Ho bisogno di raggiungere la mia comconsolle sulla Kestrel. Sigilliamo questa stiva e continuiamo più tardi. No, aspetta. Prima voglio dare un’occhiata alla cabina di Dubauer.
— Miles, per farlo ci vuole un mandato di perquisizione.
— Ma come siamo diventati pedanti con la vecchiaia. Questa è una nave barrayarana, e io sono la Voce di Gregor. Io non ho bisogno di richiedere mandati di perquisizione, io li emetto.
Miles fece un ultimo giro della stiva prima di lasciare che Roic la richiudesse. Non vide nulla di diverso, solo enormemente di più di quello che avevano già visto. Cinquanta slitte, il che voleva dire un sacco di replicatori uterini. E comunque non c’erano cadaveri in decomposizione nascosti dietro le rastrelliere, da nessuna parte. Peccato.
La cabina di Dubauer, una volta tornati nel modulo abitativo, non rivelò niente di particolare. Era una piccola cabina, di quelle economiche, e se il… la persona di genere sconosciuto che la occupava aveva degli effetti personali, evidentemente se li era portati dietro quando i quad avevano trasferito i passeggeri in albergo. Anche lì, niente corpi sotto il letto o negli armadietti. Gli uomini di Brun di certo l’avevano perquisita almeno una volta, il giorno dopo la scomparsa di Solian.
Miles si fece un appunto mentale di chiedere un esame più accurato sia della cabina, sia della stiva con i replicatori. Un esame a livello microscopico. Ma… da chi? Non voleva ancora far sapere a Venn cosa stava accadendo, però il personale medico della flotta commerciale barrayarana era soprattutto specializzato in traumi. Mi verrà in mente qualcosa. ImpSec non gli era mai mancato tanto.
— Ti risulta che i cetagandani abbiano degli agenti qui nello Spazio Quad? — chiese a Bel mentre uscivano dalla cabina e la richiudevano. — Hai mai incontrato i tuoi colleghi?
Bel scosse la testa. — La gente che viene dalla tua regione dello spazio non è numerosa in questo braccio del Complesso Iperspaziale. Barrayar non ha nemmeno un console sulla Stazione Union, e neanche Cetaganda. Hanno solo un avvocato quad che è pagato per seguire le pratiche di una dozzina di nazioni planetarie, se ce ne fosse bisogno: visti, permessi di entrata, cose di questo genere. Se ci sono agenti cetagandani su Graf, non li ho notati. Ma credo che se i cetagandani hanno delle spie o degli agenti o degli informatori nello Spazio Quad, probabilmente sono su Union. Io sono qui su Graf solo per, ecco, ragioni personali.
Prima di lasciare l’Idris, Roic insistette perché Bel chiamasse Venn e chiedesse se c’erano novità nella ricerca del sicario quad dell’albergo. Venn, chiaramente imbarazzato, recitò una serie di rapporti che chiarivano una frenetica attività investigativa… ma senza nessun risultato positivo. Roic rimase nervoso per tutto il breve tragitto dall’accesso all’Idra al portello della Kestrel, tenendo d’occhio la scorta armata quad, quasi con lo stesso sospetto con cui scrutava ogni ombra e ogni incrocio di corridoi. Finalmente giunsero a destinazione senza ulteriori incidenti.
— Sarebbe difficile ottenere da Greenlaw il permesso di sottoporre Dubauer a penta-rapido? — chiese Miles a Bel, mentre entravano nel portello della Kestrel.
— Be’, ci vuole un ordine del tribunale. E per averlo dovremmo convincere un giudice quad.
— Hm. Mi viene in mente un’alternativa più semplice: tendere un agguato a Dubauer, addormentarlo e portarcelo a bordo dell’Idris.
— Sì, tipico di te — sospirò Bel. — Ma mi costerebbe il posto, se Watts scoprisse che ti ho aiutato. Se Dubauer è innocente, certamente si lamenterebbe con le autorità quad.
— Dubauer non è innocente. Come minimo, ha mentito sul suo carico.
— Non necessariamente. Il suo documento di carico dice soltanto: Mammiferi, geneticamente modificati, assortiti. Non puoi dire che non siano mammiferi.
— Allora diciamo che è colpevole di traffico di minori per scopi immorali. Traffico di schiavi. Diavolo, a qualcosa penserò. — Miles fece cenno a Roic e Bel di aspettare, poi si sedette nel quadrato della Kestrel.
Aggiustò il cono di sicurezza e respirò a fondo, tentando di mettere un po’ in ordine i suoi pensieri tumultuosi. Non c’era un modo più rapido di far arrivare un messaggio a fascia stretta, per quanto in codice, dallo Spazio Quad a Barrayar che attraverso il sistema di collegamento commerciale. I fasci contenenti i messaggi erano inviati alla velocità della luce attraverso lo spazio locale fra le stazioni di salto iperspaziale. I messaggi arrivati durante l’ora o il giorno precedente erano raccolti dalla Stazione e caricati o su navi appositamente dedicate allo scopo, navi comunicazione che saltavano avanti e indietro a orari regolari per rilasciare il fascio di messaggi verso la postazione successiva, o, su rotte meno trafficate, sulla prima nave che effettuava il balzo. Per andare e tornare dallo Spazio Quad a Barrayar un messaggio avrebbe impiegato diversi giorni, se tutto andava bene.
Indirizzò il messaggio all’Imperatore Gregor, al capo di ImpSec Allegre, e al Quartier Generale delle operazioni galattiche di ImpSec su Komarr. Dopo avere fatto un breve riassunto della situazione, comprese ampie rassicurazioni sulla sua salute dopo l’attentato, descrisse Dubauer quanto più dettagliatamente possibile, e il sorprendente carico che aveva trovato a bordo dell’Idris. Chiese poi un rapporto particolareggiato delle nuove tensioni con i cetagandani cui Gregor aveva alluso, e allegò la richiesta urgente di sapere se e quali agenti i cetagandani ci fossero nello Spazio Quad. Fece passare il tutto attraverso il codificatore della Kestrel e lo inviò.
E adesso doveva aspettare una risposta che poteva anche essere del tutto inconcludente? No…
Fece un salto sulla sedia sentendo pulsare il suo comunicatore da polso. Deglutì e lo attivò. — Vorkosigan.
— Ciao, Miles. — Era la voce di Ekaterin; il suo battito cardiaco rallentò. — Hai un momento?
— Non solo: ho la comconsolle della Kestrel tutta per noi, per quanto sia difficile da credere.
— Oh! Solo un secondo, allora… — Il canale sul comunicatore da polso venne chiuso. Subito dopo, il volto e il busto di Ekaterin comparvero sul video. Indossava di nuovo quell’abito blu ardesia che le stava tanto bene. — Eccoti. Così è molto meglio. — Sospirò la moglie.
— Be’, non proprio. — Miles portò la mano alle labbra e trasferì un bacio all’immagine di lei. — Dove sei? — chiese.
— Nella mia cabina sulla Prince Xav. L’ammiraglio Vorpatril me ne ha data una molto carina. Temo che abbia sloggiato un ufficiale, poveretto. Tu stai bene? Hai cenato?
— Cenato?
— Oh, santo cielo, conosco quello sguardo. Prima di ricominciare a lavorare, fatti portare un vassoio di razioni.
— Sì, amore — le rispose sorridendo. — E tu stai studiando il modo migliore di fare la madre?
— In realtà, fare la madre credo che sia più che altro una specie di servizio pubblico. E tu hai scoperto qualcosa di interessante e utile?
— Interessante è dir poco… Be’, non ne sono sicuro. — Descrisse la sua scoperta a bordo dell’Idris, in termini solo leggermente più coloriti di quelli che aveva utilizzato nel messaggio inviato a Gregor.
Ekaterin spalancò gli occhi. — Santo cielo! E io ero tutta eccitata perché pensavo di avere trovato un indizio per te! Temo che il mio sia solo un pettegolezzo, in confronto.