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«E poi?»

«Gli animi si sono riscaldati. Sono state lanciate delle bottiglie. È stata chiamata la polizia. Lei è stata messa fuori combattimento con un pugno.» Xaveria lanciò un’occhiata guardinga a Danio.

Miles rifletté sull’assenza di soggetti nella sintassi di Xaveria. «E poi?»

«E poi è arrivata la polizia e noi li abbiamo minacciati di far saltare in aria questo posto se cercavano di entrare.»

«E avete effettivamente i mezzi per mettere in atto quella minaccia, soldato semplice Xaveria?»

«No, signore: è stato solo un bluff. Io stavo cercando di pensare… be’… a cosa avrebbe fatto lei in questa situazione, signore.»

Questo è un po’ troppo osservatore, anche quando è ubriaco fradicio, pensò amaramente Miles, sospirando e passandosi una mano tra i capelli. «Perché non ha accettato le vostre carte di credito? Non erano quelle Universali terrestri che vi sono state consegnate all’attracco? Non stavate per caso cercando di usare quelle rimaste da Mahata Solaris, vero?»

«Nossignore» rispose Xaveria e gli mostrò la carta a conferma delle sue parole. Sembrava a posto. Miles si voltò per controllarla alla consolle, ma scoprì che questa era distrutta. Il buco del colpo di grazia sulla piastra olovideo era un centro preciso, anche se ogni tanto la consolle emetteva ancora degli sfrigolii e degli scoppiettii. Aggiunse anche quel costo alla lista che stava compilando nella mente e rabbrividì.

«In realtà» disse Xaveria schiarendosi la gola, «è stata la macchina a risputarla fuori, signore.»

«Non avrebbe dovuto farlo» cominciò Miles, «a meno che.» a meno che non ci sia qualcosa che non va con il conto centrale. Di colpo, avvertì una sgradevole sensazione di freddo alla bocca dello stomaco. «Controllerò» promise. «Nel frattempo, dobbiamo mettere fine a questa faccenda e cercare di farvi uscire di qui senza che i poliziotti del posto vi friggano il cervello.»

Danio indicò eccitato la pistola che Miles aveva in mano. «Potremmo aprirci la strada dal retro e poi fuggire verso la più vicina stazione della metropolitana.»

Momentaneamente senza parole, Miles prese in considerazione l’idea di sparare a Danio con la sua stessa pistola… ma Danio salvò la pelle solo perché Miles rifletté che il rinculo avrebbe potuto rompergli un braccio… si era fracassato la mano destra su Dagoola e il ricordo del dolore era ancora molto vivo.

«No, Danio» disse quando riuscì a controllare la voce, «noi usciremo di qui attraversando lentamente… molto lentamente… la porta principale e ci arrenderemo.»

«Ma i dendarii non si arrendono mai» protestò Xaveria.

«Questo non è il fronte» spiegò Miles in tono paziente, «questo è un negozio di vini. O meglio, lo era. E oltretutto non è neppure il nostro negozio di vini.» Anche se senza dubbio sarò costretto a comprarlo. «Considerate la polizia londinese non come dei nemici, ma come i vostri più cari amici. E lo sono, sapete. Perché» e fissò Xaveria con uno sguardo gelido, «finché non avranno finito con voi, non potrò cominciare io.»

«Ah» si arrese Xaveria alla fine. Poi toccò il braccio di Danio. «Già. Forse… forse ci conviene lasciare che l’ammiraglio ci riporti a casa, eh, Danio?»

Xaveria rimise in piedi l’ex-proprietario del coltello. Dopo un attimo di riflessione, Miles si portò alle spalle di occhi rossi, tirò fuori lo storditore da tasca e lasciò partire una scarica leggera alla base del cranio. Occhi rossi si afflosciò di lato e Miles pregò con tutto se stesso che quell’ulteriore stimolazione non gli causasse uno shock traumatico. Dio solo sapeva che razza di cocktail chimico avesse ingurgitato… di certo non si era trattato solo di alcol.

«Tu prendilo per la testa» ordinò Miles a Danio, «e tu, Yalen, per i piedi.» Ecco, in questo modo erano efficacemente immobilizzati tutti e tre. «Xaveria, apri la porta, metti le mani sopra la testa e cammina, senza correre, fino alla polizia, dove ti lascerai arrestare senza storie. Danio, tu lo seguirai. È un ordine.»

«Come vorrei che avessimo il resto della truppa» borbottò Danio.

«L’unica truppa che vi serve è un esercito di esperti legali» ribatté Miles. Guardò Xaveria e sospirò: «Ve ne manderò uno.»

«Grazie, signore» rispose Xaveria e si avviò fuori con passo pesante. Stringendo i denti, Miles si mise alla retroguardia.

La luce del sole all’esterno gli ferì gli occhi. La sua piccola pattuglia si arrese alla polizia. Danio non oppose resistenza quando cominciarono a perquisirlo. Il commissario gli si avvicinò, per parlargli.

Dalla porta del negozio si udì uno scoppio sordo e fiamme azzurrine lambirono il marciapiede.

Miles gridò, girò su se stesso e partì di scatto, prendendo un gran respiro e trattenendolo. Si precipitò attraverso le porte del negozio, nell’oscurità trafitta da vampate di calore, e girò intorno al banco. La passatoia intrisa d’alcol aveva preso fuoco e fiammate ondeggianti come steli di grano dorato correvano dappertutto sommerse in nuvole di fumo. L’incendio stava raggiungendo la donna legata sul pavimento e tra un istante i suoi capelli si sarebbero trasformati in una corona solare…

Miles si tuffò, fece passare una spalla sotto il suo corpo e grugnendo si rimise in piedi. La donna scalciò, ribellandosi. Barcollando sotto il peso, Miles si diresse verso la porta, che splendeva come la bocca di una galleria, come le porte della vita. I polmoni pulsavano, alla disperata ricerca di ossigeno che le labbra serrate negavano loro. Tempo trascorso in totale, undici secondi.

Al dodicesimo, la stanza alle loro spalle si illuminò di colpo, con un ruggito. Miles e il suo fagotto caddero rotolando sul marciapiede e Miles continuò a rotolare, perché le fiamme stavano lambendogli gli abiti. Ad una distanza imprecisata, la gente urlava e gridava. Il tessuto della sua uniforme dendarii non si sarebbe bruciato né fuso, ma era sempre un eccellente stoppino, impregnato com’era di liquidi volatili e l’effetto poteva essere altamente spettacolare. Ma gli abiti di quella povera commessa non offrivano la stessa protezione…

Si ritrovò a tossire e sputacchiare, con il volto immerso in un getto di schiuma, lanciato dal pompiere che si era precipitato verso di loro. L’uomo doveva essere rimasto in attesa. La donna poliziotto dallo sguardo spaventato continuava a stringere freneticamente tra le mani quel suo inutile fucile al plasma. Venire ricoperti di schiuma antincendio era come rotolare nella spuma della birra (che era però molto più gustosa)… La bocca piena di disgustosi composti chimici, Miles sputacchiò e rimase sdraiato un istante, respirando a pieni polmoni. Dio, che cosa meravigliosa era l’aria… nessuno la apprezzava mai abbastanza.

«Una bomba!» gridò il commissario.

Miles rotolò sulla schiena, beandosi della vista di un pezzetto di cielo azzurro che i suoi occhi miracolosamente intatti, non bruciati e non appannati, gli offrivano. «No» ansimò, «brandy. Litri e litri di costosissimo brandy e whisky scadente, che probabilmente hanno preso fuoco per un cortocircuito nella consolle di comunicazione.»

Rotolò di nuovo su se stesso per levarsi di mezzo davanti ad una squadra di vigili del fuoco con le tutte protettive bianche che si avvicinavano per svolgere il loro compito. Un pompiere lo tirò in piedi, trasportandolo lontano dall’edificio ormai invaso dal fuoco. Miles si rialzò e si trovò a fissare una persona che gli brandiva in faccia quello che per un folle istante scambiò per la bocca di un cannone a microonde. La scarica di adrenalina che gli percorse il corpo non ebbe su di lui alcun effetto; ormai non aveva più alcuna capacità di reazione. La persona davanti a lui stava blaterando qualcosa. Miles sbatté gli occhi, frastornato e il cannone a microonde si trasformò in una normalissima e molto più sensata olocamera.

Però avrebbe preferito che fosse davvero stato un cannone a microonde…

L’impiegata, finalmente libera dai legami e dal bavaglio, gridava e gesticolava, con il dito puntato verso di lui. Certo che per essere una persona appena salvata da una morte orribile, non sembrava particolarmente grata. La olocamera la inquadrò per qualche istante, finché la donna non venne portata via dal personale dell’ambulanza. Miles sperò che le dessero subito un sedativo. Se la figurò mentre arrivava a casa quella sera, dal marito e dai figli…: «E com’è andata in negozio, oggi, cara?» Si chiese se avrebbe potuto tacitarla con una somma di denaro e in quel caso, quanto avrebbe accettato?

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