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L'ordine del sole nero - pic_27.jpg

«Il Sole Nero… Il simbolo dell’Ordine Nero di Himmler, un gruppo di occultisti e scienziati della società di Thule, ossessionati dal mito del superuomo. Probabilmente anche Baldric ne è stato membro.» Gray intuiva che il cerchio si stava chiudendo. Dal bisnonno di Ryan a lì. Indicò il computer. «Cerchi una directory principale e veda cosa riesce a scoprire.»

Mentre Marcia si dirigeva alla postazione di lavoro, Gray raggiunse uno dei freezer e lo aprì. Ne uscì una ventata d’aria gelida. All’interno c’erano cassetti, contrassegnati e numerati. Dietro di lui, Marcia batteva sui tasti del computer. Gray aprì un cassetto. C’era una serie di piccole provette di vetro piene di un liquido giallo, ben ordinate in appositi raccoglitori.

«Embrioni congelati», spiegò Marcia.

Lui chiuse il cassetto e diede un’occhiata alla fila di enormi freezer. Se Marcia aveva ragione, ci dovevano essere migliaia di embrioni immagazzinati lì dentro.

«Il computer contiene un database con genomi e genealogie», proseguì la donna. «Sia umani sia animali, in particolare mammiferi. Guardi qui.»

Lo schermo era pieno di strane notazioni.

NUCLEOTIDE VERANDERING (DNA)

[Crocuta crocuta]

6 Nov 14.56.25 GMT

Schema V.1.16

VERANDERING CODE RANGSCHIKKEN

Loci A.0. Transversie

A.0.2. Dipyrimidine to Dithymidine ATGGTTACGCGCTCATG

(c[CT]>TT) GAATTCTCGCTCATGGA

ATTCTCGCTCGTCAACT

Loci A.3. Gedeeltelijk

A.3.3.4. Dinucleotide (transcriptie) CTAGAAATTACGCTCTTA

CGCTTCTCGCTTGTTAC

GCGCTCA

Loci B.5.

B.5.1.3. Cryptische plaatsactivering GTTACGCGCTCGCGCTCA

TGGAATTCTCGC TCATG

Loci B.7.

B.7.5.1. Pentanucleotide (g[TACAGATTC] ATGGTTACGCGCTCCGC

verminderde stabiliteit) TGGAATTCTCGCTC ATG

GAATTCTCGCTC

«Sembra una lista di mutazioni», spiegò Marcia. «Definite a livello di polinucleotidi.»

Gray indicò il nome in cima alla lista. «Crocuta crocuta, la iena maculata. Ho visto il risultato finale di quella ricerca. Baldric Waalenberg ha accennato a come stava perfezionando la specie, incorporando anche cellule staminali umane nel cervello degli animali.»

Marcia s’illuminò e, premendo un tasto, ritornò alla directory principale. «Ciò spiega il nome dell’intero database: Hersenschim. Significa ‘chimera’, un termine che si riferisce a un organismo con materiali genetici provenienti da più di una specie, che vengono innestati, come nelle piante, oppure inseriti in un embrione, tramite cellule estranee.» Continuò a digitare sulla tastiera con una mano, concentrata. «Ma a quale scopo?»

Gray diede un’occhiata all’estensione del laboratorio embrionale. Era forse diverso dalla manipolazione delle orchidee e dei bonsai che Baldric praticava nella serra? Era soltanto un altro modo di controllare la natura, di manipolarla e progettarla secondo la sua idea di perfezione.

«Strano…» mormorò Marcia.

Gray si voltò di nuovo verso di lei. «Che cosa?»

«Secondo la genealogia a riferimenti incrociati, tutti questi embrioni sono geneticamente legati ai Waalenberg.»

Non era una sorpresa. Gray aveva notato le somiglianze nella discendenza dei Waalenberg. Il patriarca cercava di perfezionare il lignaggio familiare da generazioni. Ma evidentemente non era quello l’aspetto più strano.

Marcia proseguì: «Ognuno degli embrioni dei Waalenberg, a sua volta, fa riferimento a linee di cellule staminali che poi sono collegate al Crocuta crocuta».

«Le iene?»

Marcia annuì.

«Sta dicendo che ha impiantato le cellule staminali dei suoi figli in quei mostri?» Non riuscì a nascondere lo shock. Sembrava che le atrocità e la presunzione di quell’uomo non avessero limite.

«Non finisce qui», disse Marcia.

Gray ebbe un colpo allo stomaco, sapendo che cosa stava per dire.

Marcia indicò una complicata tabella sullo schermo. «Secondo questo schema, le cellule staminali delle iene sono collegate alla generazione successiva di embrioni umani.»

«Oh, Dio…» Gray ripensò a Ischke che allungava la mano e fermava la iena inferocita. Non era soltanto il rapporto di una padrona col suo cane. Erano membri della stessa famiglia. Baldric aveva impiantato le cellule delle iene mutanti nei suoi figli, creando incroci, come con le orchidee.

«Ma c’è di peggio…» Marcia ricominciò, pallida e profondamente scossa. «I Waalenberg hanno…»

«Dobbiamo muoverci», la interruppe Gray. Aveva sentito abbastanza e dovevano proseguire le ricerche.

Marcia guardò il computer, riluttante, ma annuì e si alzò. Lasciarono il mostruoso laboratorio e proseguirono lungo il corridoio. La porta successiva diceva FOETUSSEN. Un laboratorio fetale. Gray proseguì senza fermarsi. Non aveva nessuna voglia di scoprire gli orrori contenuti lì dentro.

«Come fanno a ottenere questi risultati?» chiese Marcia. «Le mutazioni, il successo con le chimere… Devono avere un qualche sistema per controllare le manipolazioni genetiche.»

«Può darsi», borbottò lui. «Ma non è perfezionato, non ancora.»

Gray ricordò il lavoro di Hugo Hirszfeld e il codice nascosto nelle rune. Capiva perché Baldric ne fosse ossessionato: era una promessa di perfezione.

Troppo bella per lasciarla morire e troppo mostruosa per essere rivelata.

Certamente la mostruosità non spaventava Baldric. Anzi aveva inglobato i mostri nella sua stessa famiglia. Dopo essersi impadronito del codice di Hirszfeld, quale sarebbe stato il passo successivo? Soprattutto con la Sigma che gli soffiava sul collo… Non c’era da stupirsi che Baldric volesse disperatamente sapere di più su Painter Crowe.

Raggiunsero un’altra porta. La scritta identificativa era: XERUM 525.

Gray e Marcia si guardarono.

«Non siero…» sussurrò lui.

«Xerum», lesse Marcia, scuotendo la testa, senza capire.

Gray usò la chiave magnetica rubata. La luce verde si accese, la serratura si sbloccò e lui aprì la porta. Nella stanza si accesero le luci. L’aria aveva un odore leggermente corrosivo, con una punta di ozono. Il pavimento e le pareti erano scuri.

«Piombo», disse Marcia, toccando le pareti.

A Gray non piaceva l’idea, ma doveva scoprire qualcosa di più. Quello sembrava un sito di stoccaggio per rifiuti pericolosi. La stanza era piena di scaffali, sui quali erano impilati fusti gialli da quaranta litri, con sopra il numero 525.

Gray ripensò all’ipotesi di un agente per la guerra biologica. Oppure quei fusti contenevano qualche tipo di materiale fissile? Scorie nucleari, forse? Era per quello che il locale aveva le pareti di piombo?

Marcia non sembrava granché preoccupata. Si avvicinò agli scaffali. In ogni postazione c’era un’etichetta, che contrassegnava uno dei fusti. «Albania… Argentina…»

C’erano altri Paesi, tutti in ordine alfabetico. Ci dovevano essere almeno cento fusti.

Gray percorse rapidamente la stanza, fermandosi di quando in quando a leggere un’etichetta: Belgio… Finlandia… Grecia…

Continuò a correre e, alla fine, raggiunse il punto che cercava.

Stati Uniti.

Marcia aveva sentito di un possibile attentato a Washington. A giudicare da tutti i Paesi citati dalle etichette, non era soltanto l’America a essere minacciata. Non ancora, almeno. Gray ripensò alla preoccupazione di Baldric per Painter e la Sigma, la minaccia più immediata per i suoi piani. Per rimediare, il vecchio doveva aver cambiato il suo calendario.

Lo scaffale era vuoto.

Il fusto di Xerum 525 destinato agli Stati Uniti non c’era più.

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