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Allora era repellente. Adesso… il profumo dei capelli di Marjory, quando ci incontriamo, mi fa desiderare di avvicinarmi di più a lei. Anche se lei usa un detersivo profumato per i suoi indumenti, anche se usa un deodorante con un odore di cipria, c'è qualcosa… però l'idea continua a sembrarmi spaventosa. Ho visto fotografie, so com'è fatto un corpo femminile. Quando ero a scuola, i ragazzi si scambiavano piccoli video di donne nude che danzavano e di uomini e donne che facevano sesso. Diventavano tutti rossi e sudati mentre lo facevano, e le loro voci cambiavano, diventavano simili a quelle degli scimpanzè nei documentari sulla natura. In principio volevo vedere quei video, per imparare qualcosa (i miei genitori non avevano niente di simile a casa), ma erano noiosi e tutte le donne avevano un'aria piuttosto incollerita o spaventata. Io pensavo che se si fossero divertiti avrebbero dovuto avere un'espressione felice.

Io non vorrei mai far diventare qualcuno spaventato o incollerito; la paura e la collera sono emozioni molto sgradevoli. Il signor Neilson diceva che era normale avere impulsi sessuali, ma non spiegava cosa fossero, o almeno non in modo che io potessi capire. Il mio corpo si sviluppava come quello degli altri ragazzi; ricordo come rimasi sorpreso quando vidi i primi peli neri crescermi sul basso ventre. Il nostro insegnante ci aveva parlato dello sperma e delle uova e di come le cose crescono dai semi. Quando vidi quei peli, pensai che qualcuno avesse piantato dei semi per farli crescere, ma non capivo come potesse essere accaduto. Mia madre mi spiegò che era la pubertà e mi esortò a non fare sciocchezze.

Non mi è mai stato chiaro di quale genere di sentimenti mi parlavano: sembrava quasi che un corpo potesse essere insieme freddo e caldo o una mente sentirsi felice e triste. Quando vedevo le foto delle ragazze nude, certe volte il mio corpo provava impulsi, ma l'unica sensazione della mia mente era disgusto.

Ho visto Marjory tirare di scherma e so che le piace, ma non sorride sempre. Dicono che un viso sorridente è un viso felice… ma forse non è vero? Forse a lei quello piacerebbe?

Arrivo a casa di Tom e Lucia e lei dalla cucina mi dice di uscire in cortile. Ancora non è arrivato nessuno.

Tom sta rifacendo il filo a una delle sue spade. Io comincio i miei stiramenti. Da quando i miei genitori sono morti, lui e Lucia sono l'unica coppia che conosco che sia stata sposata per tanto tempo, e siccome i miei genitori non ci sono più non posso chiedere a loro cos'è il matrimonio.

— A volte tu e Lucia sembrate arrabbiati l'uno con l'altro — dico, spiando il viso di Tom per capire se questo discorso non gli piace.

— Le persone sposate ogni tanto litigano — dice lui. — Non è facile star vicino a qualcuno per tanti anni.

— Però… — Non so come esprimermi. — Se Lucia è in collera con te… e se tu sei in collera con lei… questo vuol dire che non vi amate più?

Tom sembra esterrefatto, ma poi ride… di un riso un poco nervoso. — No, Lou, ma è difficile da spiegare. Noi ci amiamo, e continuiamo ad amarci anche quando siamo in collera. L'amore è dietro la collera, come un muro dietro una tenda o la terra quando ci passa sopra un temporale. Il temporale si dilegua e la terra è sempre là.

— Ma se c'è un temporale — dico — talvolta la terra s'inonda o una casa viene trascinata via.

— Sì, e talvolta, se l'amore non è abbastanza forte o la rabbia è troppo grande, le persone smettono di amarsi. Ma a me e a Lucia questo non succede.

Mi chiedo come fa a esserne sicuro. Lucia è sembrata in collera molte volte negli ultimi tre mesi. Tom allora come fa a sapere che lei lo ama ancora?

— Le persone a volte passano dei brutti momenti per un po' di tempo — riprende Tom, come se mi avesse letto nel pensiero. — Ultimamente Lucia ha avuto noie sul lavoro; poi, la notizia che volevano costringerti a sottoporti a un trattamento l'ha irritata ancora di più.

Non avevo mai pensato che le persone normali avessero noie sul lavoro. Che tipo di noie possono avere? Non credo possano essere perseguitate da un signor Crenshaw che voglia far provare loro delle cure che non desiderano fare. E allora?

— È spiacevole quando Lucia è in collera — dico.

Tom esclama: — Lo puoi dire forte! — Io so che questo non significa che io devo urlare ciò che ho detto, però mi pare sempre sciocco usare questi termini invece di dire chiaramente "Hai ragione".

— Ho riflettuto sul torneo — cambio argomento. — E ho deciso…

Marjory esce in cortile. Lei attraversa sempre la casa, benché alcuni di noi usino invece la porticina laterale. Mi chiedo come mi sentirei se Marjory fosse arrabbiata con me. A me fa sempre male quando la gente va in collera con me, anche se si tratta di persone poco simpatiche. Però se Marjory andasse in collera con me mi sentirei ancora più male di quanto mi succedeva coi miei genitori.

— Cos'hai deciso? — chiede Tom. Poi alza gli occhi e vede Marjory. — Ah. Allora?

— Mi piacerebbe provare — dico.

— Oh, — dice Marjory — hai deciso di partecipare al torneo, Lou? Bravo!

— Certo, ma adesso Lou dovrà sentire la mia arringa numero uno — dice Tom. — Va' a prendere la tua roba, Marjory, non devi distrarlo.

Infatti, ora che Marjory è rientrata in casa, è più facile ascoltare Tom.

— Prima di tutto, da adesso fino alla data del torneo, devi esercitarti più che puoi: ogni giorno, se possibile. Se non puoi venire qui, almeno fai gli stiramenti, la ginnastica e il controllo della punta a casa.

Non credo di poter venire ogni giorno a casa sua. Quando potrei fare il bucato o la spesa o lavare la macchina?

— Esercitati in ogni momento libero, però sta' attento a non stancarti troppo — dice Tom. — Poi, una settimana prima, controlla tutto il tuo equipaggiamento. So che lo mantieni in buone condizioni, ma è bene controllare sempre. Lo faremo insieme. Hai una seconda spada?

— No… devo ordinarne una?

— Sì, se te la puoi permettere… altrimenti posso prestartene una delle mie.

— Posso ordinarla. — Non rientrava nelle mie previsioni, ma ho abbastanza denaro in questo momento.

— Bene. Il tuo equipaggiamento dev'essere controllato, pulito e pronto da trasportare. Il giorno prima del torneo ti riposerai, perché devi rilassarti. Va' a passeggio, fa' quello che ti pare.

— Non potrei rimanere a casa?

— Sì, ma un leggero esercizio ti farebbe meglio. Mangia bene e va' a letto all'ora solita.

Sarà un po' complicato seguire il programma esposto da Tom e fare tutte le altre cose che devo fare.

— Senti… qui tu terrai lezione anche altre sere oltre al mercoledì?

— Per gli studenti che intendono partecipare a un torneo, sì — dice Tom. — Vieni ogni giorno tranne il martedì, che è la serata speciale mia e di Lucia.

— Io il martedì faccio la spesa — dico, arrossendo. Mi chiedo cosa si prova ad avere una serata speciale.

Marjory, Lucia e Max arrivano dalla casa. — Basta con i consigli — ci interrompe Lucia. — Finirai col fargli paura. E non dimenticare il modulo d'iscrizione.

— Il modulo d'iscrizione! — esclama Tom dandosi uno schiaffo sulla fronte; lo fa ogni volta che dimentica qualcosa. Si precipita in casa. Dalla porticina laterale entrano Susan, Don e Cindy.

Tom ritorna con un modulo che devo riempire e firmare.

La prima parte è facile: nome, indirizzo, numero di telefono, età, altezza e peso. Non so cosa scrivere nello spazio che porta l'intestazione "personaggio".

— Oh, non te ne preoccupare — dice Tom. — Questo è per quelli che vogliono recitare una parte.

— In una commedia? — domando.

— No. Per un giorno fingono di essere un personaggio inventato da loro, un personaggio storico. Be', direi più che altro pseudo storico.

Quando parlavo di personaggi inventati ai miei insegnanti loro si turbavano e facevano annotazioni nella mia cartella. Vorrei domandare a Tom se le persone normali fanno spesso di queste cose, ma non vorrei che si offendesse.

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