«Tu non hai tolto tutte le pietreluci, non è vero?», disse gentilmente Dirk.
«No», disse Janacek. La sua voce era stranamente morbida. «No, non le ho tolte. Naturalmente non vuol dire granché. Il ferro fisico non vuol dire niente quando il ferro dell’anima è scomparso».
«Ma non è scomparso, Garse», disse Dirk. «Jaan mi ha parlato di te quando eravamo assieme a Kryne Lamiya. Lo so. Può darsi che lui si senta vincolato co! ferro anche a Gwen e forse in questo sbaglia. Non chiederlo a me. Tutto ciò che so è che per Jaan quell’altro ferro c’è ancora. A Kryne Lamiya portava ancora il braccialetto di ferro-e-fuoco. E continuerà a portarlo anche quando i cani Braith lo abbatteranno, suppongo».
Janacek scosse il capo. «t’Larien», disse, «giurerei che tua madre venisse da Kimdiss. Infatti non riesco a resisterti. Sei un manipolatore nato». Fece un ampio sorriso; era l’antico ghigno, quello che gli aveva lanciato quel mattino quando aveva puntato il laser su Dirk e gli aveva chiesto se la cosa lo allarmasse. «Jaan Vikary è il mio teyn», disse. «Che cosa vuoi farmi fare?».
La conversione di Janacek, anche se un po’ riluttante, risultò però abbastanza completa. Il Kavalar si mise al lavoro quasi immediatamente. Dirk pensava che dovessero andarsene subito e discutere i piani mentre andavano, ma Janacek insistette che avrebbero avuto il tempo per fare una doccia e per rivestirsi. «Se Jaan è ancora vivo, sarà abbastanza al sicuro fino all’alba. I cani non ci vedono bene di notte ed ai Braith non verrà certo la voglia di infilarsi in un bosco di soffocatori con il buio. No, t’Larien, si accamperanno ed aspetteranno. Un uomo solo ed a piedi non può certo andare lontano. Per cui abbiamo tutto il tempo per incontrarci con loro da veri Ferrogiada».
Quando furono pronti a partire, Janacek era riuscito a togliere quasi ogni traccia della sua rabbia da ubriaco. Lui era snello ed immacolato, con un vestito di tessuto camaleonti.no bordato di pelliccia, con la barba ripulita e pettinata, i capelli rosso scuro accuratamente sistemati all’indietro. Il braccio destro era stato bendato e ripulito attentamente, ma era ancora gonfio ed era l’unica traccia rimasta del suo stato precedente. Ma le ferite non parevano avergli recato grossi danni; i suoi movimenti erano eleganti e fluidi mentre caricava il laser e lo controllava, per poi farlo scivolare nella cintura. Oltre alla pistola, Janacek portava anche un coltello a doppia lama ed un fucile come quello di Dirk. Sorrise allegramente mentre lo sollevava.
Dirk si era lavato e rasato mentre aspettava, ed aveva colto l’occasione per mangiare il suo primo vero pasto della giornata. Si sentiva molto più forte quando si avviarono verso la terrazza.
L’interno della grande macchina squadrata di Janacek era stretto come quello de! piccolo relitto con cui Dirk aveva volato provenendo da Kryne Lamiya, anche se la macchina di Janacek aveva quattro piccoli sedili invece di due soli. «La corazzatura», disse Janacek quando Dirk gli fece notare la limitatezza dello spazio. Legò Dirk in un sedile rigido e scomodo con delle strette cinghie da battaglia e fece lo stesso per sé, poi decollò velocemente.
La cabina era leggermente illuminata e completamente chiusa, con calibri e strumenti da tutte le parti, anche sopra le porte. Non c’erano finestre; su un pannello c’erano otto piccoli video che davano otto diverse visuali al pilota dello spazio esterno. Le pareti non erano dipinte, prive di ornamenti in lega di metallo duro.
«Questo veicolo è più vecchio di noi due», disse Janacek mentre si alzava. Pareva che avesse abbastanza voglia di parlare ed era piuttosto amichevole anche se manteneva il suo stile sarcastico. «Ed ha visto più mondi di quelli che hai visto tu. Ha una storia affascinante. Questo particolare modello risale a circa quattrocento anni standard fa. Fu costruito dalle Sapienze di Dam Tullian, ben dentro il Velo Tentatore ed è stato usato in tutte le guerre contro Erikan e Speranza del Vagabondo. Dopo un secolo, più o meno, è stato disattivato e abbandonato. Gli Erikani lo ricuperarono durante un periodo di pace e lo rivendettero agli Angeli d’Acciaio su Bastion. Lo adoperarono in parecchie campagne, finché non venne catturato dai Prometeani. Un commerciante Kimdissi lo prese su Prometeo e me lo vendette ed io lo adattai secondo il codice duellesco. Da quel momento non mi ha più sfidato nessuno al combattimento aereo. Guarda». Allungò una mano e premette il pulsante scintillante e ci fu un’improvvisa accelerazione che spinse Dirk contro il sedile. «Tubi di impulsi ausiliari per velocità di emergenza», disse Janacek ghignando. «Saremo laggiù in meno di metà tempo di quello che ti sarebbe occorso, t’Larien».
«Bene», disse Dirk. C’era qualcosa che lo tormentava. «Hai detto che l’hai comprato da un commerciante Kimdissi?».
«Proprio così», disse Janacek. «I pacifici Kimdissi sono grandi commercianti d’armi. Non rispetto molto i manipolatori, come ben sai. ma naturalmente non mi rifiuto di trarre vantaggio da offerte convenienti».
«Arkin ha menato gran vanto sul fatto di essere non violento», disse Dirk. «Immagino che questo sia un’altra menzogna».
«No», disse Janacek. Guardò Dirk e sorrise. «Sorpreso, t’Larien? Forse la verità è più bizzarra. Noi non chiamiamo i Kimdissi manipolatori senza una buona ragione. Tu hai studiato la storia su Avalon, immagino?».
«Un po’», disse Dirk. «La storia di Vecchia Terra, l’Impero Federale, la Doppia Guerra, l’espansione».
«Comunque non hai studiato la storia dei mondi esterni». Janacek chiocciò. «C’era da aspettarselo. Per tutti i mondi e per tutte le culture dell’impero umano, c’è una storia diversa. Perfino i nomi sono troppi per impararli tutti. Ascolta che ti spiego qualcosa. Quando sei atterrato su Worlorn, hai fatto caso al cerchio di bandiere?».
Dirk lo fissò con sguardo vacuo. «No».
«Può darsi che non siano più al loro posto. Comunque una volta, durante il festival, la piazza subito fuori lo spazioporto era circondata da quattordici bandiere svolazzanti. Si trattava di un’assurda idea Toberiana, comunque era stata accettata come una moda, anche se le bandiere planetarie in dieci casi su quattordici, non rappresentavano niente. C’erano mondi come Eshellin e la Colonia Dimenticata che non sapevano nemmeno che cosa fosse una bandiera, mentre all’estremo opposto, gli Emereli avevano una bandiera diversa per ognuna delle loro cento torri urbane. I Cupoli ci risero dietro ed alzarono una bandiera completamente nera». La cosa pareva divertirlo molto. «Per quanto riguarda Alto Kavalaan, non avevamo una bandiera che rappresentasse tutto il mondo. Comunque ne trovammo una. La prendemmo dalla storia. Un rettangolo suddiviso in quattro quadranti di colori diversi: una banscea verde su campo nero per Ferrogiada, il pipistrello argentato in caccia per Scianagate su campo giallo, spade incrociate in campo cremisi per Rossacciaio e per Braith un lupo bianco su campo purpureo. Era l’antico stendardo della Lega Altolegata.
«La lega venne creata più o meno al tempo in cui le navi spaziali ritornarono per la prima volta su Alto Kavalaan. Ci fu un uomo, un grande leader, chiamato Vikor alto-Rossacciaio Corben. Dominò il consiglio degli altolegati di Rossacciaio per una generazione e quando vennero gli alieni era convinto che tutti i Kavalari dovessero riunirsi per dividere conoscenze e salute in parti uguali. Così formò la Lega Altolegata, con la bandiera che ti ho descritto. Purtroppo l’unione ebbe vita breve. I commercianti Kimdissi, spaventati dalla forza che avrebbe potuto avere un Alto Kavalaan unito, fecero in modo di fornire armi moderne esclusivamente ai Braith. Gli altolegati Braith si erano uniti alla Lega solo per paura; per la verità, loro cercavano di sfuggire alle stelle, che secondo loro erano piene di falsuomini. Comunque non si rifiutarono di accettare i laser da quegli stessi falsuomini.