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Le poesie di Jamis-Leone non facevano alcun cenno agli Hrangani, ma parlavano spesso della malattia. Tutti i resoconti dei Kavalari superstiti concordavano su questo punto. Ci fu una Peste Dolorosa, un lungo periodo in cui le granleghe furono soggette ad un’epidemia dopo l’altra. Ogni cambio di stagione portava una malattia più tremenda di quella che l’aveva preceduta… era il demone definitivo, quello che i Kavalari non sapevano né combattere, né uccidere.

Morirono novanta uomini su cento. Novanta uomini e novantanove donne.

Una delle molte pesti pareva che fosse selettiva verso le donne. Gli specialisti in medicina che Vikary aveva consultato su Avalon gli dissero che, basandosi sulle poche prove che lui poteva fornire — alcuni poemi antichi e delle canzoni — pareva probabile che gli ormoni sessuali femminili potessero agire da catalizzatori della malattia. Jamis-Leone Taal aveva scritto che alle giovani vergini era risparmiato lo spargimento di sangue a causa della loro innocenza, mentre le corrotte eyn-kethi vennero colpite e morivano con tremiti convulsi. Vikary interpretò queste parole con il fatto che le ragazze prepubescenti erano lasciate sane, mentre le donne sessualmente mature erano devastate. Venne spazzata via un’intera generazione. Peggio ancora, la malattia si protrasse; non appena le ragazze raggiungevano la pubertà venivano colpite dalla malattia. Jamis-Leone vide in ciò una verità di vasto significato religioso.

Alcune donne si salvarono: quelle naturalmente immuni. In principio furono pochissime. Poi furono più numerose; perché quelle che sopravvivevano producevano bambini e bambine, molte delle quali erano immuni, mentre quelle che non avevano ricevuto l’immunità morivano all’età della pubertà. Dopo un po’ tutti i Kavalari furono immuni, con rare eccezioni. La Peste Dolorosa terminò.

Ma il danno era ormai fatto. Erano state spazzate via intere granleghe; quelli che si erano disperatamente attaccati alla vita avevano visto diminuire la loro popolazione al punto che pareva impossibile mantenere una società attiva. Sicché le strutture sociali e le regole sessuali dovettero estirpare per sempre l’egualitarismo monogamo delle colonie terrestri. Erano giunte alla maturità sessuale intere generazioni in cui gli uomini erano molto più numerosi delle donne, dieci volte di più; le ragazzine passavano la loro vita da bambine con il timore di poter morire una volta raggiunta la pubertà. Furono tempi cupi. Su questo punto sia Jaan Vikary che Jamis-Leone Taal la pensavano allo stesso modo.

Jamis-Leone scrisse che il peccato fu finalmente allontanato da Alto Kavalaan quando le eyn-kethi furono chiuse al sicuro, lontane dalla luce del giorno, nelle caverne da cui erano uscite, dove non si poteva vedere la loro vergogna. Vikary scrisse che i sopravvissuti Kavalari avevano fatto ciò che era meglio. Non possedevano ormai più le capacità tecnologiche di costruire delle camere a tenuta stagna; ma indubbiamente si era parlato dell’esistenza, un tempo, di posti del genere e speravano ancora che nelle caverne la malattia non potesse arrivare. Così le donne superstiti vennero messe al sicuro in ospedali simili a prigioni profondamente scavati nella terra, nella zona più sicura della granlega, la zona più lontana dai venti contaminati, dalla pioggia e dall’acqua. Gli uomini che un tempo giravano, cacciavano e facevano la guerra con le loro mogli al fianco, adesso uscivano con un altro uomo vicino e tutti e due piangevano le perdute collaboratrici. Per rallentare la tensione sessuale — e per mantenere alto il livello genetico meglio che potevano, ammesso che una simile idea fosse loro venuta in mente — gli uomini che vissero attraverso la Peste Dolorosa dichiararono le loro donne proprietà sessuale di tutti. Per far sì che potessero esserci molti bambini, le fecero diventare delle allevatrici perpetue che vivevano la loro vita al sicuro, eternamente pregne. Le granleghe che non adottarono una simile misura non riuscirono a sopravvivere; quelle che lo fecero acquisirono un’eredità culturale.

Si radicarono anche altri cambiamenti. Tara era stato un mondo religioso, culla della Chiesa Cattolica Riformata Irlandese-Romana, e la necessità della monogamia non fu facile da estirpare. I modelli si svilupparono secondo due forme diverse; da una parte il rapporto tra i due partners cacciatori che divenne la base per un’intensa relazione totale di teyn-e-teyn, mentre gli uomini che desideravano un vincolo semi-esclusivo con una donna crearono le betheyn, catturando le femmine dalle altre granleghe. I capi incoraggiavano tali razzie, diceva Jaan Vikary; donne nuove significavano sangue nuovo, più bambini, una popolazione superiore e perciò, più possibilità di sopravvivenza. Era impensabile che un uomo avesse la potestà su una sola eyn-kethi; ma un uomo che riusciva a portare una donna da fuori era ricompensato con degli onori e sedeva al consiglio dei capi ed acquisiva, forse più importante di tutto, la donna.

Questa era la ricostruzione probabile degli eventi, commentava Vikary, verità evidenti, che avevano prodotto l’attuale società Kavalar. Jamis-Leone Taal, percorrendo il suo mondo molte generazioni più tardi, era stato a tal punto un figlio della propria cultura da non riuscire nemmeno a concepire un mondo in cui le donne vivessero in uno stato diverso da quello che lui aveva visto; e quando fu costretto a pensarla diversamente dai racconti popolari che aveva raccolto, pensò che l’idea era intollerabilmente peccaminosa. Quindi riscrisse tutta la letteratura orale nel momento in cui plasmò il suo ciclo di Demoncanti. Trasformò Kay Ferro Fabbro in un uomo gigantesco dalla voce di tuono, fece della Peste Dolorosa una ballata sulla malvagità delle eyn-kethi, e creò l’impressione generale che il mondo fosse sempre stato quello che lui aveva trovato. Più tardi ì poeti costruirono sulla base che lui aveva lasciato.

Le forze che avevano prodotto la società delle granleghe di Alto Kavalaan erano scomparse da tempo. Al giorno d’oggi, le donne e gli uomini erano più o meno nello stesso numero, le epidemie erano ormai delle fumose favole, la maggior parte dei pericoli che si nascondevano sulla superficie del pianeta erano stati piegati. Tuttavia le coalizioni di granlega continuavano. Gli uomini combattevano duelli, studiavano la nuova tecnologia, lavoravano alle fattorie, all’interno delle fabbriche e navigavano sulle navi spaziali Kavalar, mentre le eyn-kethi vivevano in vaste caserme sotterranee, facendo le compagne sessuali di tutti gli uomini della granlega, lavorando a qualsiasi cosa i consigli degli altolegati ritenessero sicuro e adatto, ed avevano bambini, anche se adesso erano meno. La popolazione Kavalar era strettamente controllata. Altre donne vivevano in maniera un po’ più libera sotto la protezione della giada-e-argento, ma non erano molte. Una betheyn doveva venire dall’esterno della granlega, il che in pratica significava che un giovanotto ambizioso dovesse sfidare e uccidere un altolegato di un’altra coalizione, oppure reclamare una eyn-kethi di una granlega nemica ed affrontare un difensore scelto dal consiglio. La seconda via portava raramente a! successo; gli altolegati dei consigli sceglievano invariabilmente il più esperto dei duellatori per difendere la eyn-kethi. In effetti, la designazione era un onore singolare. Un uomo che riusciva a guadagnarsi una betheyn acquisiva immediatamente i suoi aitinomi ed il posto tra i governanti. Si diceva che dava al suo kethi il dono dei due sangui: il sangue della morte, un nemico ucciso, ed il sangue della vita, una nuova donna. La donna godeva lo stato di giada-e-argento fino a che il suo altolegato non veniva ucciso. Se veniva ucciso da uno della sua granlega, la donna diventava una eyn-kethi; se l’uccisore era uno di fuori, la donna passava a lui.

Questo era lo stato assunto da Gwen Delvano quando si era stretta al polso il braccialetto di Jaan.

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