Литмир - Электронная Библиотека
A
A

— Chiudi il becco. Però non devi diventare sedentaria. Passa meno tempo alla consolle e più tempo in esercizi fisici. Arriverà il giorno che i tuoi riflessi super ti salveranno un’altra volta la vita. E forse salveranno anche le vite degli altri. Nel frattempo, pensa al giorno in cui dovrai strutturare la tua vita senza alcuna assistenza. Dovresti lasciare questo pianeta. Qui per te non c’è niente. La balcanizzazione del Nord America ha posto fine all’ultima possibilità di invertire il degrado della civiltà rinascimentale. Quindi dovresti riflettere su diverse possibilità planetarie, non solo all’interno del sistema solare ma altrove. Pianeti che vanno dal molto primitivo al ben civilizzato. Per ognuno d’essi studia il costo e i vantaggi di un’eventuale emigrazione. Ti serviranno soldi. Vuoi che i miei agenti recuperino il denaro di cui sei stata derubata in Nuova Zelanda?

— Come sai che mi hanno derubata?

— Andiamo, andiamo! Non siamo mica bambini.

— Posso pensarci?

— Sì. Per quanto riguarda la tua emigrazione, ti raccomando di non trasferirti sul pianeta Olympia. Per il resto non ho consigli particolari, a parte quello di emigrare. Quando ero più giovane credevo di poter cambiare il mondo. Oggi non lo credo più, ma per ragioni emotive devo continuare la mia battaglia di resistenza. Tu invece sei giovane, e in forza della tua origine unica, singolare, i tuoi legami emotivi con questo pianeta e questa parte di umanità non sono grandi. Non ho potuto parlarne prima che tu spezzassi i tuoi rapporti sentimentali in Nuova Zelanda…

— Non li ho spezzati. Mi hanno cacciata a calci in culo!

— Come vuoi. Intanto che decidi, guardati la parabola del fischietto di Benjamin Franklin, poi sappimi dire… no, chiedilo a te stessa… se non hai pagato troppo per il tuo fischietto. Adesso basta. Ho due incarichi per te. Studia il complesso di società Shipstone, compresi i collegamenti al di fuori del complesso vero e proprio. Secondo, la prossima volta che ci vediamo voglio che tu mi dica esattamente da cosa si individua una cultura malata. È tutto.

Boss spostò l’attenzione sulla consolle, così mi alzai. Ma non ero pronta ad accettare un congedo tanto brusco; non ero riuscita a fargli domande importanti. — Boss. Non ho compiti precisi? Solo studi casuali che non vanno da nessuna parte?

— Vanno da qualche parte. Sì, hai compiti precisi. Primo, studiare. Secondo, essere svegliata nel cuore della notte, o fermata in corridoio, per domande stupide.

— Solo questo?

— Cosa vuoi? Angeli e trombe?

— Be’… Un titolo professionale, magari. Prima ero un corriere. Adesso cosa sono? Il buffone di corte?

— Friday, stai sviluppando una mentalità burocratica. Titolo professionale. Molto bene. Sei analista intuitivo e farai rapporto solo a me. Però il titolo comporta un’ingiunzione. Ti è proibito discutere di qualcosa di più serio di una partita a carte con qualunque membro della sezione analisti del nostro staff. Dormici pure assieme, se vuoi… so che lo hai fatto, in due casi… ma limita la conversazione ai luoghi comuni più banali.

— Boss, a volte vorrei che tu passassi meno tempo sotto il mio letto!

— Solo quanto basta per proteggere l’organizzazione. Friday, sai benissimo che l’attuale mancanza di Occhi e Orecchie significa solo che sono nascosti. Stai certa che per proteggere l’organizzazione non mi vergogno di nulla.

— Tu non ti vergogni di nulla in assoluto. Boss, rispondi a un’altra domanda. Chi c’è dietro il Giovedì Rosso? La terza ondata si è evaporata. Ce n’è stata una quarta? Cos’è tutta questa faccenda?

— Studiala da te. Se te lo dicessi, non sapresti. Avresti sentito una risposta e basta. Studiala attentamente e una di queste notti, quando dormirai sola, te lo chiederò. Tu mi risponderai, e allora saprai.

— Cristo santo. Lo sai sempre quando dormo da sola?

— Sempre. — Aggiunse: — In libertà — e girò la testa.

23

Lasciando la sancta sanctorum, mi imbattei in Blondie che entrava. Mi sentivo incazzata e mi limitai ad annuire. Non ce l’avevo con Blondie. Con Boss! Accidenti a lui. Voyeur spocchioso e arrogante! Rientrai nella mia stanza e mi misi al lavoro, per smetterla con la rabbia.

Dapprima chiesi i nomi e gli indirizzi di tutte le società della Shipstone. Mentre il computer le stampava, richiesi le storie del complesso industriale. Il computer ne citò due: una storia ufficiale della società mescolata a una biografia di Daniel Shipstone, e una storia non ufficiale etichettata «spazzatura». Poi la macchina suggerì svariate altre fonti.

Dissi al terminale di stampare i due libri e chiesi gli stampati di altre fonti che non superassero le ventimila battute; se le superavano, bastava un riassunto. Poi guardai l’elenco delle società.

Eredi Daniel Shipstone, Inc.

Muriel Shipstone Memorial-Laboratorio di Ricerche

Shipstone Tempe

Shipstone Gobi

Shipstone Sahara

Shipstone Mai-Mai

Shipstone Elle-Quattro

Shipstone Elle-Cinque

Shipstone Stazionaria

Shipstone Tycho

Shipstone Ares

Shipstone Abissi

Sears-Montgomery, Inc.

Shipstone Aden

Shipstone Africa

Shipstone Valle della Morte

Shipstone Karoo

Coca-Cola

Interworld Viaggi

Società Colonie

Sistemi Esterni

Riserva Naturale

Wolf Creek Pass

Shipstone Unlim., Ltd.

Fondazione Prometeo

Scuola Billy Shipstone per Bambini Handicap.

Piantadifagiolo Inc.

Morgan Associates

Riserva Naturale

Ano Nuevo

Museo & Scuola

Shipstone di Arti Visive

Scrutando la lista, non ebbi problemi a frenare l’entusiasmo. Sapevo che il complesso Shipstone doveva essere grande: chi non ha a portata di mano cinque o sei Shipstone, per non parlare dei più grossi in cantina o nel seminterrato? Ma adesso mi pareva che studiare quel mostro avrebbe richiesto una vita di lavoro. E l’argomento non mi interessava troppo.

Mi stavo aggirando ai margini della faccenda quando Blondie fece un salto da me e mi disse che era l’ora della biada. — E ho l’ordine di controllare che tu non passi più di otto ore al giorno davanti al terminale, e per di più ogni settimana devi prenderti un intero weekend.

— Ah. Vecchio tiranno bastardo.

Ci avviammo in mensa. — Friday…

— Sì, Blondie?

— Tu trovi il Padrone bisbetico e a volte difficile.

— Correzione. È sempre difficile.

— Mmm, sì. Ma quello che forse non sai è che soffre di continuo. — Aggiunse: — Non può più prendere farmaci per controllare il Colore.

Camminammo in silenzio, mentre io masticavo e inghiottivo l’informazione. — Blondie, cosa ha?

— Niente, in effetti. Direi che è in buona salute… Per la sua età.

— Quanti anni ha?

— Non lo so. Da quello che ho sentito so che ha più di cento anni. Quanti di più non saprei immaginarlo.

— Oh, no! Blondie, quando ho cominciato a lavorare per lui non poteva averne più di settanta. Sì, usava già i bastoni, ma era molto agile. Svelto come tutti gli altri.

— Be’, non è una cosa importante. Però cerca di ricordarti che soffre. Se ti tratta male, è il suo dolore che parla. Ha un’opinione altissima di te.

— Cosa te lo fa pensare?

— Ah… Ho parlato troppo del mio paziente. Mangiamo.

Studiando il complesso industriale Shipstone non tentai di studiare gli Shipstone. Il modo, l’unico modo per studiarli sarebbe stato tornare a scuola, prendere una laurea in fisica, aggiungere un intenso dottorato di ricerca sullo stato solido e sul plasma, trovare un impiego in una delle aziende Shipstone e fare talmente colpo con la mia lealtà e il mio ingegno da essere ammessa, dopo chissà quanto, nei circoli esclusivi che controllano produzione e standard qualitativi.

65
{"b":"109762","o":1}