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— Non brutta quanto la fase di Hong Kong, tre anni dopo. Friday, la sezione analisi delle Operazioni dice che la prossima epidemia di Morte Nera inizierà solo un anno dopo la tua previsione. E non a Bombay. A Giacarta e Ho Chi Minh City.

— Assurdo! — Mi fermai subito. — Chiedo scusa, signore. Devo essere tornata a quell’incubo. Boss, non posso studiare qualcosa di più piacevole che pulci e topi e Morte Nera? Mi sto rovinando il sonno.

— Concesso. Hai finito di studiare la peste…

— Urrà!

— …Almeno fin dove la tua curiosità intellettuale non ti spingerà a voler risolvere gli interrogativi in sospeso. Adesso la faccenda passa alle Operazioni per l’azione. Ma l’azione si baserà sulle tue previsioni, non su quelle degli analisti matematici.

— Devo ripeterlo, la mia predizione è stupida.

— Friday, il tuo più grande punto debole è non essere consapevole della tua vera forza. Non faremmo la figura dei cretini se ci affidassimo agli analisti professionisti e poi l’epidemia scoppiasse un anno prima, come hai predetto tu? Catastrofe. Invece partire con le misure profilattiche con un anno d’anticipo non farà alcun male.

— Cercheremo di fermarla? — (Gli uomini hanno combattuto contro topi e pulci per tutta la loro storia. Per il momento, topi e pulci sono in vantaggio.)

— Cielo, no! In secondo luogo, l’impresa sarebbe troppo grossa per questa organizzazione. Ma in primo luogo io non accetto incarichi che non posso portare a termine, come sarebbe questo. In terzo luogo, dal punto di vista strettamente umanitario, ogni tentativo di fermare i processi che permettono alle città sovraffollate di spurgarsi non è giusto. La peste è una brutta morte, però è veloce. Anche la morte per fame è brutta… ma è molto lenta.

Boss fece una smorfia, poi continuò: — Questa organizzazione si limiterà al problema di impedire alla Pasteurella pestis di lasciare il pianeta. Come dobbiamo fare? Rispondi immediatamente.

(Ridicolo! Il ministero della Sanità di qualunque governo, posto di fronte a un interrogativo del genere, organizzerebbe un gruppo di studio ben paludato, esigerebbe ampi fondi per la ricerca, e prevederebbe un tempo ragionevole, cinque anni o più, per l’accurata indagine scientifica.) Io risposi immediatamente: — Facciamole esplodere.

— Le colonie spaziali? Mi sembra una soluzione drastica.

— No, le pulci. All’epoca delle guerre globali del ventesimo secolo qualcuno scoprì che le pulci e i pidocchi si possono uccidere trasferendoli ad alta quota. Esplodono. Basta un’altitudine di cinque chilometri circa, se ricordo bene, ma si può controllare e verificare sperimentalmente. Mi è venuto in mente perché ho notato che la Piantadifagiolo di Monte Kenia si trova al di sopra della quota critica, e quasi tutto il traffico spaziale si serve delle Piantadifagiolo. Poi c’è il metodo più semplice del caldo secco. Funziona, ma è più lento. Comunque la chiave essenziale, Boss, è non fare assolutamente eccezioni. Un solo caso di immunità diplomatica, un Vip esonerato dalle misure standard, e siamo fritti. Un solo cagnolino. Un topolino. Una fornitura di animali per laboratorio. Se l’epidemia assumesse la forma polmonare, Elle-Cinque sarebbe una città fantasma in una settimana. O Luna City.

— Se non avessi altro lavoro per te, ti metterei a capo dell’operazione. E per i topi?

— Non voglio questo incarico. Ho la nausea. Boss, uccidere un topo non è un problema. Infilalo in un sacco. Picchia sul sacco con un’accetta. Poi sparagli. Poi affogalo. Brucia il sacco col topo morto dentro. Intanto sua moglie avrà svezzato un’altra cucciolata, e avrai una dozzina di topi al posto di quello che hai ucciso. Boss, coi topi al massimo siamo riusciti a frenarli un po’. Non abbiamo mai vinto. Se tirassimo il fiato un attimo, passerebbero in vantaggio loro. — Aggiunsi, cupa: — Penso siano la squadra di riserva. — Lo studio della peste mi aveva depressa.

— Delucida.

— Se l’Homo sapiens non ce la fa, e sta cercando in tutti i modi di eliminarsi da solo, i topi sono pronti a prendere il timone.

— Balle. Sciocchezze nevrotiche. Friday, tu enfatizzi troppo il desiderio umano di morire. Da generazioni abbiamo i mezzi per commettere il suicidio razziale, e quei mezzi sono oggi e sono stati in molte mani. Non ci siamo suicidati. In secondo luogo, per sostituirci i topi dovrebbero farsi crescere crani enormemente più grandi, sviluppare corpi che li sostengano, imparare a camminare su due zampe, trasformare le zampe anteriori in delicati organi di manipolazione, e far crescere altra corteccia cerebrale per controllare il tutto. Per sostituire l’uomo, un’altra razza deve diventare l’uomo. Bah. Lascia perdere. Prima di abbandonare l’argomento della peste, a che conclusioni sei arrivata sulla teoria della cospirazione?

— È un’idea balorda. Hai indicato specificamente sesto, quattordicesimo e diciassettesimo secolo, il che significa navi o carovane in grado di spostarsi e nessuna conoscenza di batteriologia. Prendiamo il nostro sinistro dottor Fu Manchu. Se ne sta chiuso nel suo nascondiglio, alleva un milione di topi, e tutti i topi sono infetti dal bacillo; anche senza conoscenze teoriche, ammettiamolo. Ma come fa a colpire la città che ha scelto per bersaglio? Via mare? In pochi giorni i suoi milioni di topi sarebbero morti, assieme all’equipaggio della nave. Via terra sarebbe ancora più difficile. Portare avanti una cospirazione del genere in quei secoli richiederebbe la scienza moderna e una macchina del tempo gigante. Boss, chi ha partorito quella stupida domanda?

— Io.

— Mi pareva che avesse il tuo tocco. Perché?

— Ti ha spinta a studiare l’argomento con un’angolazione molto ampia. Se no non lo avresti fatto, giusto?

— Uh… — Avevo trascorso molto più tempo a studiare i fatti storici significativi che la malattia in sé. — Suppongo di sì.

— Lo sai.

— Okay, sì. Però guarda, Boss, non esiste una cospirazione ben documentata. A volte sono anche troppo ben documentate, solo che i documenti si contraddicono a vicenda. Se una cospirazione si è verificata un po’ di tempo fa, una generazione fa o più, diventa impossibile stabilire la verità. Hai mai sentito parlare di un certo John F. Kennedy?

— Sì. Capo di stato, alla metà del ventesimo secolo, della Federazione che all’epoca occupava il territorio fra il Canada, il Canada Britannico e il Québec, e il Regno Messicano. Lo hanno assassinato.

— Esatto. È stato ucciso davanti a centinaia di testimoni, e ogni aspetto dell’omicidio, prima, durante e dopo, è abbondantemente documentato. Una montagna di documenti che si riassume in questo: nessuno sa chi gli abbia sparato, in quanti gli abbiano sparato, quante volte, chi sia stato, perché, e chi fosse coinvolto nella cospirazione, se esisteva una cospirazione. Non è nemmeno possibile stabilire se le fila dell’omicidio fossero rette dall’esterno o dall’interno. Boss, se è impossibile sbrogliare una matassa così recente e indagata tanto a fondo, che possibilità ci sono di decifrare nei dettagli la cospirazione che ha ucciso Caio Giulio Cesare? O di svelare il mistero di Guy Fawkes e della Congiura delle Polveri? L’unica cosa che si può dire è che i vincitori scrivono le versioni ufficiali che si trovano nei libri di storia, una storia che non è più onesta di un’autobiografia.

— Friday, di solito l’autobiografia è onesta.

— Wow! Boss, cosa hai fumato di recente?

— Basta così. In genere l’autobiografia è onesta ma non è mai veritiera.

— Mi è sfuggito qualcosa.

— Pensaci. Friday, oggi non posso dedicarti altro tempo. Chiacchieri troppo e cambi spesso argomento. Frena la lingua mentre ti dico alcune cose. D’ora in poi sei assegnata in permanenza al lavoro di staff. Stai invecchiando; senza dubbio i tuoi riflessi sono un poco più lenti. Non rischierò più la tua vita in missioni operative…

— Non mi sono mai lamentata!

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