–Siediti", disse, smettendo per un attimo di scrivere e guardandomi attraverso il vetro bianco e gli specchi bordati d'oro.
Dopo qualche minuto, dopo aver rimesso a posto con cura il libro dei conti su cui stava scrivendo, si avvicinò alla sedia su cui ero seduto io e a bassa voce parlò così:
–Ho voluto che tua madre fosse presente a questa conversazione, perché si tratta di una questione seria sulla quale ha la mia stessa opinione.
Si avvicinò alla porta per aprirla e gettare via il sigaro che stava fumando, e continuò così:
–Siete con noi da tre mesi, e solo dopo altri due il signor A*** potrà partire per l'Europa, ed è con lui che dovete andare. Questo ritardo, in un certo senso, non significa nulla, sia perché ci fa molto piacere averti con noi dopo sei anni di assenza, per essere seguito da altri, sia perché noto con piacere che anche qui lo studio è uno dei tuoi piaceri preferiti. Non posso nasconderti, né devo farlo, che ho nutrito grandi speranze, per il tuo carattere e le tue attitudini, che coronerai con brillantezza la carriera che stai per intraprendere. Non ignori che la famiglia avrà presto bisogno del tuo sostegno, a maggior ragione dopo la morte di tuo fratello.
Poi, facendo una pausa, continuò:
–C'è qualcosa nel vostro comportamento che devo dirvi che non è giusto: avete solo vent'anni, e a quell'età un amore sconsiderato potrebbe rendere illusorie tutte le speranze di cui vi ho appena parlato. Voi amate Maria, e io lo so da molti giorni, come è naturale. Maria è quasi mia figlia, e non avrei nulla da osservare, se la vostra età e la vostra posizione ci permettessero di pensare a un matrimonio; ma non è così, e Maria è molto giovane. Non sono solo questi gli ostacoli che si presentano; ce n'è uno forse insuperabile, ed è mio dovere parlarvene. Maria potrebbe trascinare voi e noi con voi in una deplorevole disgrazia di cui è minacciata. Il dottor Mayn osa quasi assicurare che morirà giovane della stessa malattia a cui ha ceduto la madre: quella di cui ha sofferto ieri è una sincope epilettica che, aumentando a ogni accesso, terminerà in un'epilessia del peggior carattere che si conosca: così dice il dottore. Rispondete ora, con molta attenzione, a una sola domanda; rispondete da uomo e gentiluomo razionale quale siete; e non lasciate che la vostra risposta sia dettata da un'esaltazione estranea al vostro carattere, per quanto riguarda il vostro futuro e quello dei vostri. Conoscete il parere del medico, un parere che merita rispetto perché è Mayn a darlo; il destino della moglie di Salomone vi è noto: se vi acconsentissimo, sposereste Maria oggi stesso?
–Sì, signore", risposi.
–Volete accettare tutto questo?
–Tutto, tutto!
–Penso di parlare non solo a un figlio, ma al gentiluomo che ho cercato di formare in voi.
In quel momento mia madre si nascose il viso nel fazzoletto. Mio padre, forse commosso da quelle lacrime e forse anche dalla risoluzione che aveva trovato in me, sapendo che la voce gli sarebbe venuta meno, smise di parlare per qualche istante.
–Ebbene", continuò, "dato che questa nobile risoluzione vi anima, converrete con me che non potrete essere il marito di Maria prima di cinque anni. Non sta a me dirvi che lei, che vi ha amato fin da bambina, vi ama oggi così tanto, che le emozioni intense, nuove per lei, sono quelle che secondo Mayn hanno fatto comparire i sintomi della malattia: ciò significa che il vostro amore e il suo hanno bisogno di precauzioni, e che vi chiedo d'ora in poi di promettermi, per il vostro bene, visto che l'amate così tanto, e per il suo bene, che seguirete i consigli del medico, dati nel caso in cui questo caso dovesse verificarsi. Non dovete promettere nulla a Maria, perché la promessa di diventare suo marito dopo il tempo da me stabilito renderebbe i vostri rapporti più intimi, il che è proprio quello che bisogna evitare. Altre spiegazioni sono inutili per voi: seguendo questa strada, potete salvare Maria; potete risparmiarci la disgrazia di perderla.
–In cambio di tutto ciò che vi concediamo", disse rivolgendosi a mia madre, "dovete promettermi quanto segue: di non parlare a Maria del pericolo che la minaccia, né di rivelarle nulla di ciò che è accaduto tra noi questa notte. Devi anche conoscere la mia opinione sul tuo matrimonio con lei, se la sua malattia dovesse persistere dopo il tuo ritorno in questo Paese – perché presto ci separeremo per alcuni anni: come padre tuo e di Maria, non approverei una tale relazione". Nell'esprimere questa irrevocabile risoluzione, non è superfluo farvi sapere che Solomon, negli ultimi tre anni della sua vita, è riuscito a formare un capitale di una certa consistenza, che è in mio possesso destinato a servire da dote per sua figlia. Ma se lei muore prima del matrimonio, il capitale deve passare alla nonna materna, che si trova a Kingston.
Mio padre rimase per qualche istante nella stanza. Pensando che il nostro colloquio fosse concluso, mi alzai per ritirarmi; ma lui riprese il suo posto e, indicando il mio, riprese il discorso così.
–Quattro giorni fa ho ricevuto una lettera dal signor de M*** che mi chiedeva la mano di Maria per suo figlio Carlos.
Non riuscii a nascondere la mia sorpresa per queste parole. Mio padre sorrise impercettibilmente prima di aggiungere:
–Il signor de M*** vi concede quindici giorni per accettare o meno la sua proposta, durante i quali verrete a farci la visita che mi avete promesso in precedenza. Tutto sarà facile per voi dopo quanto è stato concordato tra noi.
–Buona notte, allora", disse, posando la sua mano sulla mia spalla, "che tu sia molto felice nella tua caccia; ho bisogno della pelle dell'orso che ucciderai per metterla ai piedi della mia branda.
–Va bene", risposi.
Mia madre mi tese la mano e, stringendo la mia, disse:
–Vi aspettiamo in anticipo; fate attenzione a quegli animali!
Nelle ultime ore mi erano girate intorno così tante emozioni che quasi non riuscivo ad accorgermi di ognuna di esse, ed era impossibile per me affrontare la mia strana e difficile situazione.
Maria minacciata di morte; promessa come ricompensa per il mio amore, con una terribile assenza; promessa a condizione di amarla di meno; io obbligato a moderare un amore così potente, un amore per sempre posseduto da tutto il mio essere, a pena di vederla scomparire dalla terra come una delle bellezze fuggitive delle mie fantasticherie, e di dover apparire d'ora in poi ingrato e insensibile forse ai suoi occhi, solo per una condotta che la necessità e la ragione mi costringevano ad adottare! Non potevo più ascoltare le sue confidenze con voce commossa; le mie labbra non potevano toccare nemmeno l'estremità di una delle sue trecce. Tra me e la morte, tra la morte e me, un passo in più verso di lei sarebbe stato come perderla; e lasciarla piangere nell'abbandono era una prova al di là delle mie forze.
Cuore vile! Non eri capace di lasciarti consumare da quel fuoco che, mal nascosto, poteva consumare lei? Dov'è ora, ora che non palpiti più; ora che i giorni e gli anni passano su di me senza che io sappia di possederti?
Eseguendo i miei ordini, Juan Ángel bussò alla porta della mia stanza all'alba.
–Come va la mattinata? -chiesi.
–Mala, mio padrone; vuole piovere.
–Bene. Vai alla montagna e di' a José di non aspettarmi oggi.
Quando ho aperto la finestra mi sono pentito di aver mandato via l'omino nero che, fischiettando e canticchiando i bambù, stava per entrare nel primo lembo di foresta.
Un vento freddo e fuori stagione soffiava dalle montagne, scuotendo i cespugli di rose e facendo oscillare i salici, e distraendo la strana coppia di pappagalli viaggiatori nel loro volo. Tutti gli uccelli, lusso del frutteto nelle mattine allegre, erano silenziosi e solo i pellari svolazzavano nei prati vicini, salutando con il loro canto la triste giornata invernale.