«Sei molto gentile» disse Shadow. «Non dovresti essere in giro a dare la caccia ai criminali, invece di perdere tempo con i nuovi arrivati? Non che mi lamenti, bada bene.»
Mabel ridacchiò: «Glielo diciamo sempre anche noi».
Mulligan scrollò le spalle. «Questa è un città tranquilla» dichiarò con semplicità. «Non succede granché. Capita sempre di fermare qualcuno che supera il limite di velocità, il che non è male, visto che sono le multe a pagarmi lo stipendio. Venerdì e sabato sera può capitare che qualche stronzo si ubriachi e picchi la moglie, o viceversa, succede anche quello. Donne e uomini, indifferentemente. Comunque, in generale la vita è tranquilla. Mi chiamano se qualcuno chiude le chiavi dentro la macchina. Se c’è un cane che abbaia troppo. Tutti gli anni becco un paio di liceali che fumano marijuana. Il crimine più grave è stato quello di Dan Schwartz: una sera si è ubriacato e si è messo a sparare contro la sua roulotte, poi è scappato sulla sedia a rotelle lungo Main Street, agitando il fucile e urlando che avrebbe sparato a chiunque cercasse di fermarlo, che nessuno gli avrebbe impedito di arrivare all’Interstate. Credo che volesse arrivare a Washington per sparare al presidente. Mi viene ancora da ridere quando ripenso alla scena: Dan che corre verso l’interstate sulla sua sedia a rotelle con un adesivo sullo schienale che dice: "Mio figlio delinquente minorile si fotte tua figlia prima della classe". Ti ricordi, Mabel?»
La donna annuì e fece una smorfia. Non sembrava trovare la scena altrettanto divertente.
«E tu cos’hai fatto?» chiese Shadow.
«Gli ho parlato. Mi sono fatto consegnare il fucile. Ha smaltito la sbronza in galera. Dan non è una cattiva persona, era soltanto ubriaco e infelice.»
Shadow pagò la sua colazione e, malgrado le proteste, anche la cioccolata di Chad Mulligan.
L’Hennings Farm and Home Supplies era un magazzino a sud della città dove vendevano di tutto, dai trattori ai giocattoli (i giocattoli e le decorazioni natalizie erano già in saldo). Tra i clienti in cerca di un’occasione che affollavano il negozio, Shadow riconobbe la ragazzina che aveva viaggiato seduta davanti a lui sull’autobus, la più giovane delle due. Era con i genitori. Le fece un cenno con la mano e lei gli sorrise, un sorriso esitante, con gli elastici blu. Shadow si chiese oziosamente come sarebbe diventata nel giro di dieci anni.
Probabilmente uno splendore, come la ragazza alla cassa che passava la rumorosa pistola elettronica che legge il codice a barre sui suoi acquisti e che di sicuro sarebbe stata capace di usare lo scanner anche su un trattore, se qualcuno l’avesse comperato.
«Dieci paia di mutandoni lunghi?» chiese. «Facciamo scorta, eh?» Era bella come un’attrice del cinema.
A Shadow sembrò di avere ancora quattordici anni, e si sentì sciocco e impacciato. Non disse niente mentre lei passava la pistola sugli stivali termici, sui guanti, sui maglioni e sulla giacca di piumino d’oca.
Non aveva alcun desiderio di verificare la carta di credito che gli aveva dato Wednesday, perlomeno non con il capo della polizia in piedi accanto a lui tutto desideroso di collaborare, e quindi pagò in contanti. Portò i sacchetti con gli acquisti nel bagno degli uomini e ne uscì indossando parecchi capi nuovi.
«Stai bene, gigante» disse Mulligan.
«Almeno sto al caldo» rispose Shadow, e infatti fuori nel parcheggio il vento freddo gli bruciò la faccia ma il resto del suo corpo rimase caldo. Dietro invito di Mulligan sistemò le borse nel bagagliaio e salì, accanto al posto di guida.
«Allora, Mike Ainsel, cos’è che fai nella vita?» chiese il poliziotto. «Che mestiere fa un uomo grande e grosso come te, e pensi di farlo anche qui a Lakeside?»
Il cuore gli batteva forte ma la voce uscì ferma. «Lavoro per mio zio, che commercia in tutto il paese. Faccio i lavori pesanti.»
«Ti paga bene?»
«Sai com’è, sono suo nipote. Sa che non lo deruberò mai e intanto io imparo il mestiere. Fino a quando non scopro che cosa voglio fare davvero.» La spiegazione scivolò liscia come l’olio e suonò convincente. In quel momento a Shadow sembrava di sapere tutto sul conto di Mike Ainsel, e lo trovava simpatico. Mike non aveva nessuno dei suoi problemi. Non era mai stato sposato. Non aveva mai subito l’interrogatorio su un treno merci del signor Wood e del signor Stone. I televisori non parlavano con lui («Ti va di vedere le tette di Lucy?» gli chiese una voce nella memoria). Mike Ainsel non faceva brutti sogni e non sentiva avvicinarsi minacciosa una tempesta.
Riempì la cesta di Dave’s Finest Food con la sua idea di rifornimento da area di servizio sull’autostrada: latte, uova, pane, mele, formaggio, biscotti. Cibarie generiche. Più tardi avrebbe fatto una vera spesa. Mentre lui si aggirava tra gli scaffali, Chad Mulligan salutava gli altri clienti e lo presentava. «Questo è Mike Ainsel, ha preso l’appartamento nella vecchia casa dei Pilsen. Quello sul retro» diceva. Shadow rinunciò subito a ricordare i nomi. Si limitò a sorridere e a stringere mani, sudando un po’, a disagio, con i nuovi indumenti termici nel negozio riscaldato.
Mulligan lo accompagnò al Lakeside Realty, che si trovava proprio di fronte al negozio. Missy Gunther li ricevette fresca di messa in piega. Non ci fu bisogno di presentazioni perché sapeva già chi era Mike Ainsel. Il caro signor Borson che aveva affittato l’appartamento un paio di mesi prima era suo zio Emerson, giusto, un vecchietto molto simpatico; e la vista, non era forse da urlo? Be’, caro, aspetti primavera e vedrà, perché noi siamo molto fortunati, pensi che da queste parti quasi tutti i laghi diventano verdi di alghe, in estate, una cosa da far rivoltare lo stomaco, mentre il nostro, be’, venga qui il quattro luglio e vedrà, praticamente lo si può bere, e il signor Borson aveva pagato un anno di affitto anticipato… In quanto alla Toyota 4-Runner lei non riusciva a credere che Chad Mulligan se la ricordasse ancora, comunque sì, era ben contenta di liberarsene. A dire la verità si era rassegnata all’idea di darla a Hinzelmann per farne la bagnarola dell’anno prossimo e smettere di pagare il bollo, non che la macchina fosse un rottame, tutt’altro, no, era stata del figlio prima che andasse all’università di Green Bay e be’, un giorno lui l’aveva dipinta di rosso porpora e, ah ah, sperava proprio che a Mike piacesse il rosso porpora, era quello l’unico problema, comunque non gliene avrebbe fatto una colpa, se non gli fosse piaciuto …
A metà della litania il capo della polizia Chad Mulligan si congedò. «A quanto pare in ufficio hanno bisogno di me. Piacere di averti conosciuto, Mike» disse, e trasferì i sacchetti con le compere di Shadow nel baule della station wagon di Missy Gunther.
Shadow e Missy andarono insieme a casa di lei: nel cortile era parcheggiato il vecchio fuoristrada. La neve l’aveva mezzo coperto di una coltre abbagliante e il resto della carrozzeria risaltava per quella tonalità stucchevole di porpora che può venire in mente solo a chi si fa un sacco di canne.
Comunque partì al primo tentativo, il riscaldamento funzionava, anche se impiegò dieci minuti al massimo regime prima di trasformare la temperatura dell’abitacolo da insopportabilmente gelida a fredda passabile. Mentre il cambiamento climatico era in atto, Missy Gunther portò Shadow in cucina: scusi il disordine, ma i ragazzini lasciano giocattoli dappertutto dopo Natale e lei non aveva il cuore di spostarli, non voleva per caso mangiare un po’ di tacchino avanzato? Be’, il caffè, allora, ci vuole un attimo a prepararlo. Lui sedette vicino alla finestra spostando un grosso modellino di automobile e confessò a Missy Gunther che gli domandava se avesse già conosciuto i vicini di non averli ancora incontrati.
Mentre il caffè gocciolava dal filtro fu informato che nel palazzo abitavano altri quattro inquilini: all’epoca in cui era casa Pilsen i Pilsen occupavano il pianterreno e affittavano i due appartamenti di sopra, adesso giù abitano il signor Holz e il signor Neiman, che sono una coppia, e quando dico coppia, signor Ainsel, Cielo, c’è gente di tutti i tipi, più varietà di quelle degli alberi nella foresta, anche se quella varietà lì di uomo di solito finisce su a Madison o a Twin Cities, ma a dire la verità qui non si scandalizza nessuno. Passano l’inverno a Key West e torneranno in aprile, così avrebbe potuto conoscerli. Il fatto è che Lakeside è una bella città. E proprio accanto all’appartamento del signor Ainsel ci sta Marguerite Olsen con il bambino, una signora molto, molto gentile, ha avuto una vita dura, però è buona come il pane, e lavora per il "Lakeside News". Che non sarà il giornale più eccitante del mondo ma a dire la verità secondo lei alla gente del posto piace così.