Il primo istinto fu di rispondere: Sì, alla grande. Durò un attimo, e invece provò a dire: «Sto congelando, credo. Stavo andando in centro a comperare cibo e vestiti caldi ma ho calcolato male il percorso», però quando finì di formulare la frase mentalmente si rese conto che dalla bocca gli era uscito soltanto «C-c-ongelo» e un battito di denti. «S-scusi. Freddo. Scusi.»
Il poliziotto spalancò la portiera e disse: «Entri immediatamente a riscaldarsi, ha capito?». Shadow salì con un enorme senso di gratitudine sul sedile posteriore e cominciò a strofinarsi le mani cercando di non preoccuparsi troppo per le dita dei piedi. Il poliziotto tornò al volante e Shadow lo fissò attraverso la grata metallica sforzandosi di non pensare all’ultima volta che si era trovato in una macchina della polizia e di non vedere che alle portiere posteriori mancavano le maniglie d’apertura. Si concentrò soltanto a far scorrere di nuovo la vita nelle mani; gli doleva la faccia e gli dolevano le dita, paonazze, e al caldo ricominciavano a far male anche le dita dei piedi. Era un buon segno, forse.
La macchina ripartì. Senza voltarsi a guardarlo il poliziotto disse: «Sa, se posso permettermi, lei ha fatto una cosa molto stupida. Non ha sentito le previsioni? Fa meno trenta, là fuori. Dio solo sa com’è freddo il vento, anche se a queste temperature il vento è l’ultimo dei problemi».
«Grazie» disse Shadow. «Grazie di essersi fermato. Le sono molto, molto grato.»
«Questa mattina a Rhinelander una donna è uscita in vestaglia e pantofole per riempire il beccatoio ed è rimasta congelata, letteralmente congelata, sul marciapiede. Adesso è in terapia intensiva. L’hanno detto alla televisione. Lei è nuovo?» Forse era una domanda, ma il poliziotto conosceva già la risposta.
«Sono arrivato ieri sera con il Greyhound pensando che oggi avrei potuto comprarmi degli indumenti caldi, provviste, una macchina. Non mi aspettavo un freddo simile.»
«Infatti. Ha colto di sorpresa anche me. Ero troppo preoccupato per l’effetto serra mondiale. A proposito, mi chiamo Chad Mulligan. Sono il capo della polizia di Lakeside.»
«Piacere, Mike Ainsel.»
«Allora, Mike. Posso chiamarti Mike? Va un po’ meglio?»
«Sì, certo. Meglio.»
«Dove vuoi che ti porti?»
Shadow allungò le mani verso la grata del riscaldamento; al contatto con l’aria calda il dolore divenne intenso e ritrasse le mani. Doveva lasciare che si riprendessero gradualmente. «Mi potresti lasciare in centro?»
«Non ci penso nemmeno. Ti accompagno molto volentieri con la macchina ovunque tu debba andare, eccetto che in banca a fare una rapina, ovviamente. Consideralo una specie di benvenuto da parte della cittadinanza.»
«Tu da dove mi consiglieresti di cominciare?»
«Sei arrivato ieri sera?»
«Sì.»
«Hai fatto colazione?»
«Non ancora.»
«Be’, allora questo mi sembra un ottimo punto di partenza.»
Adesso erano sul ponte che portava nella zona nordoccidentale di Lakeside. «Questa è Main Street, e questa» aggiunse Mulliggan svoltando a destra «è la nostra famosa piazza.»
La piazza cittadina faceva una certa impressione anche d’inverno, ma si capiva che era un posto da vedere in estate, quando si sarebbe trasformata in una profusione di colori: papaveri e iris e fiori di tutti i tipi, e il boschetto di betulle in un angolo avrebbe formato un pergolato argenteo. Adesso era tutta in bianco e nero, una bellezza scheletrica: il gazebo dell’orchestra vuoto, la fontana chiusa per l’inverno, il municipio con la facciata di arenaria coperto di neve.
«… e questa» concluse Chad Mulligan fermandosi davanti alla vetrata di un vecchio edificio che si trovava sul lato occidentale della piazza «è Mabel’s.»
Scese dall’auto e andò ad aprire la portiera a Shadow. I due uomini attraversarono di corsa il marciapiede a testa bassa ed entrarono in una sala calda e odorosa di pane appena sfornato, brioche, zuppa e pancetta.
Il locale era semivuoto. Mulligan prese posto a un tavolo e Shadow gli si sedette di fronte. Forse il capo della polizia locale stava facendo del suo meglio per scoprire chi era lo straniero appena arrivato in città. Oppure era proprio come sembrava: un uomo cordiale e servizievole, di buon cuore.
Una donna, non grassa ma corpulenta, un donnone di una sessantina d’anni con i capelli tinti color bronzo, si affaccendò intorno a loro.
«Buongiorno, Chad. Ti porto una cioccolata, mentre decidi cosa prendere?» Tese a entrambi due menu con la copertina laminata.
«Niente panna, però» disse il poliziotto. «Mabel mi conosce bene» spiegò a Shadow. «Tu cosa prendi, amico?»
«Una cioccolata calda mi sembra perfetta» disse Shadow. «E mi piacerebbe anche con la panna.»
«Bravo» disse Mabel. «Ti piace la vita spericolata, vedo. Ci presenti, Chad? È un nuovo agente, il giovanotto?»
«Non ancora» rispose Mulligan mostrando i denti bianchi in un fugace sorriso. «È Mike Ainsel. Si è trasferito in città ieri sera. Scusatemi.» Si alzò e si avviò verso una porta in fondo con la scritta POINTER. Sulla porta accanto c’era scritto SETTER.
«Sei quello che si è trasferito nell’appartamento su a Northridge Road nella vecchia casa dei Pilsen? Ah sì» disse la donna compiaciuta, «devi essere proprio tu. Hinzelmann è passato presto per la sua pasty di colazione e mi ha raccontato tutto. A voi ragazzi basta la cioccolata o volete dare un’occhiata al menu?»
«Io farei colazione» disse Shadow. «Cosa c’è di buono?»
«Tutto è buono. Lo preparo con le mie mani. Però questo è l’ultimo posto a sud e a est dello Yoopie dove potrai trovare le pasty, e sono davvero squisite. Calde e nutrienti. La mia specialità.»
Shadow non aveva la minima idea di che cosa fosse una pasty ma la ordinò lo stesso e pochi minuti dopo Mabel ritornò con una specie di grossa crèpe ripiegata, la parte inferiore avvolta in un tovagliolo di carta. Shadow la prese e l’addentò: era calda e ripiena di carne, patate, carote, cipolle. «È la prima pasty della mia vita. Proprio buona.»
«E una specialità yoopie» spiegò la donna. «In genere bisogna arrivare almeno fino a Ironwood per trovarle. L’hanno introdotte qui gli uomini venuti a lavorare nelle miniere di ferro dalla Cornovaglia.»
«Cosa vuol dire Yoopie?»
«È la penisola superiore. U.P. Yoopie. Quel pezzettino nel Nordest del Michigan.»
Il capo della polizia tornò al tavolo, prese la tazza di cioccolata e cominciò a berla in modo rumoroso. «Mabel, stai costringendo questo simpatico giovane a mangiare una delle tue pasty?»
«È buona» disse Shadow. Lo era davvero, una prelibatezza avvolta in una crèpe calda.
«Vanno a finire direttamente nella pancia» disse Mulligan toccandosi la sua. «Io ti ho avvisato. Hai detto che hai bisogno di una macchina?» Senza giacca a vento il poliziotto si era rivelato un tipo smilzo con la pancetta e un’aria preoccupata e competente che più che uno sbirro lo faceva sembrare un ingegnere.
Shadow annuì con la bocca piena.
«Bene. Ho fatto qualche telefonata. Justin Liebowitz vende la sua jeep, vuole quattromila dollari ma si accontenterebbe di tremila. I Gunther hanno la Toyota 4-Runner in vendita da otto mesi, ha un colore disgustoso ma probabilmente a questo punto sarebbero disposti a pagare purché gliela si levasse dal cortile. Se non badi troppo alle apparenze è un affarone. Ho usato il telefono che c’è in bagno e ho lasciato un messaggio per Missy Gunther al Lakeside Realty, però non era ancora arrivata, probabilmente si sta facendo la messa in piega da Sheila’s.»
A Shadow la pasty sembrò buona fino in fondo. Saziava in maniera incredibile. Uno di quei cibi che "si attaccano alle costole" come avrebbe detto sua madre. "Che ti fanno diventare grande."
«Allora» disse il capo della polizia Chad Mulligan ripulendosi la schiuma della cioccolata dalla bocca; «adesso andiamo da Hennings Farm and Home Supplies a procurarti un guardaroba invernale come si deve, facciamo un salto da Dave’s Finest Food per riempire la dispensa e poi ti porto al Lakeside Realty. Se ti puoi permettere di spendere mille dollari in contanti saranno contenti, altrimenti gliene potrai dare cinquecento per quattro mesi. Ti ho già detto che è brutta, comunque se il ragazzo non l’avesse dipinta di rosso varrebbe diecimila dollari, è molto affidabile, e tu hai bisogno di una macchina solida per andare in giro con questo tempo, se vuoi il mio parere.»