Quando Bayta vide per la prima volta il pianeta Haven non ne fu certo impressionata.
Il marito le aveva indicato una stella semi-opaca sperduta ai confini della Galassia.
Era al di lа delle ultime costellazioni, dove brillano solitari pochi astri.
E anche in mezzo a questi, appariva povero e desolato.
Toran si rendeva conto che come preludio alla vita matrimoniale, le Nane Rosse mancavano certo di fascino, e storse la bocca intimidito.
— Lo so Bayta… il tuo non и stato un cambio molto vantaggioso, vero? Intendo dire, dalla Fondazione a qui.
— Un cambio orribile, Toran.
Non avrei mai dovuto sposarti.
Ma quando vide il marito prendere sul serio le sue parole e rattristarsi, assunse subito un'aria dolce. - Via, stupido non fare il muso.
So bene che ti aspettavi che ti dicessi: "Caro Toran, con te sarei felice dovunque!" Oppure: "Gli spazi interstellari diventeranno la mia casa, dolce amore, se tu fossi con me!".
Ammettilo.
Puntт l'indice contro di lui e lo ritirт immediatamente prima che lui riuscisse ad afferrarlo con i denti.
— Se mi arrendo e ammetto che hai ragione, mi preparerai la cena? Lei annuм sorridente.
Anche lui sorrise voltando lo sguardo verso di lei.
Non era una bella donna, lo sapeva, anche se per la strada si giravano a guardarla.
I suoi capelli erano neri e lucidi, ma dritti e lisci, la bocca era forse troppo grande, ma la precisa linea delle sopracciglia delineava gli occhi caldi, color mogano, sempre sorridenti.
Dietro quell'aspetto di donna pratica e tutt'altro che romantica, in realtа si nascondeva un carattere affettuoso e dolce anche se s'induriva ogni volta che s'accorgeva di abbandonarsi a debolezze.
C'era del compiacimento nel suo atteggiamento verso Bayta, la soddisfazione di chi и riuscito a superare un complesso d'inferioritа nel quale si trovava da almeno tre anni.
Ricontrollт i comandi, poi decise di riposarsi.
Erano in vista di un Balzo, ma c'erano sempre piccole manipolazioni da fare.
Si voltт a guardare Bayta, che stava aprendo i contenitori del cibo.
Dopo tutto lui era un provinciale, e non solo un provinciale, ma il figlio di un mercante rinnegato.
Lei invece era della Fondazione, e per di piщ poteva annoverare fra i suoi antenati il grande Mallow.
Per questa ragione provava un certo imbarazzo.
Portarla via con se su Haven, il pianeta roccioso con le cittа costruite nelle grotte, era chiedere giа troppo.
Inoltre, lei avrebbe dovuto affrontare la tradizionale ostilitа dei mercanti nei confronti dei cittadini della Fondazione.
E subito dopo pranzo, l'ultimo Balzo! Haven era di un colore rosso vivo, mentre il secondo pianeta era di un colore piuttosto opaco con i contorni sfuocati dall'atmosfera e semi illuminato dal sole.
Bayta, chinata sopra il telescopio da tavola, osservava Haven II.
— Avrei voluto incontrare tuo padre prima - disse con tono serio.
— Se non gli dovessi piacere…
— In quel caso - rispose Toran, - tu saresti la prima donna graziosa che gli ispira antipatia.
Prima che perdesse il braccio e fosse costretto a non viaggiare piщ per gli spazi, era… be', se gli farai una domanda del genere, non la smetterа di raccontarti le sue avventure.
Qualche volta mi sono chiesto se non se le inventi: non le racconta mai due volte allo stesso modo.
Haven Il ora si stava avvicinando velocemente.
I continenti passarono veloci sotto di loro, piccole macchie grigie appena riconoscibili tra gli squarci delle nubi.
Una catena di montagne seguiva la linea della costa.
Ormai erano tanto vicini da poter vedere le onde del mare, mentre all'orizzonte si vedeva una spiaggia coperta di banchi di ghiaccio.
L'astronave atterrт in una pianura, poco distante dai primi contrafforti di un altopiano.
Si arrampicarono a tentoni nel buio piщ scuro delle notti dei pianeti ai confini della Galassia, e Bayta tremт per il freddo tagliente.
Toran la prese sotto braccio e la spinse a correre verso una strada liscia che conduceva ad alcune luci distanti.
A metа strada incontrarono due guardie, che scambiarono poche parole con Toran e li scortarono fino alle luci.
Il vento e il freddo scomparvero non appena i portali di roccia si aprirono e poi si chiusero dietro le loro spalle.
L'interno era caldo, le pareti emanavano una forte luce bianca, e l'aria era piena di un brusio confuso.
Alcuni uomini alzarono la testa dalla scrivania, e Toran consegnт loro i documenti.
Dopo averli esaminati brevemente, fecero loro segno di proseguire, e Toran sussurrт alla moglie: - Mio padre deve averli avvertiti.
Bisogna aspettare almeno cinque ore, di solito.
Uscirono all'aperto e Bayta non riuscм a trattenere un'esclamazione di sorpresa.
La cittа sotterranea era illuminata a giorno.
Ciт che avrebbe dovuto essere il cielo era una specie di luminositа continua priva di contorni.
E l'aria tepida emanava profumi campestri.
— Toran, и magnifico! - esclamт Bayta.
Toran sorrise soddisfatto. - Certo non и paragonabile alla Fondazione.
ma и la cittа piщ grande di Haven II.
Ha una popolazione di ventimila abitanti.
Spero che ti troverai bene qui.
Non esistono grandiosi luoghi di divertimento, ma nemmeno la polizia segreta; - Toran, caro, sembra una cittа giocattolo.
E tutta bianca e rosa, e cosм pulita.
— Sono contento che ti piaccia. - Toran osservт la cittа assieme a lei.
Le case, per la maggior parte, non superavano i due piani di altezza ed erano fabbricate con roccia venata caratteristica di quelle regioni.
Gli edifici a spirale della Fondazione non esistevano, cosм come gli enormi caseggiati adibiti ad abitazione caratteristici dei Vecchi Regni.
Le costruziom minuscole e individuali erano un relitto dell'iniziativa individuale di una Galassia dove si viveva una vita collettivizzata.
Toran improvvisamente attirт l'attenzione della compagna. - Bayta, sta arrivando mio padre! Guarda laggiщ.
Lo vedi? Lei guardт nella direzione indicata.
Vide un uomo piuttosto massiccio, che agitava freneticamente un braccio allargando le dita della mano come se volesse afferrare qualcosa.
Giunse alle loro orecchie il suono della sua voce dal timbro profondo.
Bayta segui il marito che aveva affrettato il passo.
Accanto al grosso uomo con un braccio solo, che ancora si agitava e gridava, vide un uomo piщ piccolo dai capelli bianchi, quasi nascosto dall'altro.
Toran le parlт volgendosi indietro. - E il fratellastro di mio padre.
Quello che и stato sulla Fondazione.
Te ne ho parlato mi pare.
S'incontrarono in un prato, risero e balbettarono frasi incoerenti, e il padre di Toran diede un ultimo urlo per manifestare la sua gioia.
Si ricompose la giacca corta e si aggiustт la cinghia di metallo lavorato unica sua concessione all'eleganza - che gli tratteneva i pantaloni in vita.
Guardт prima l'una poi l'altro, quindi disse quasi senza fiato: - Hai scelto un brutto giorno per tornare a casa, ragazzo mio.
— E perchй? E giа la festa per l'anniversario di Hari Seldon? - Sм.
Ho dovuto affittare una macchina per venire fin qui e costringere Randu a guidarla.
Non c'era un mezzo pubblico che funzionasse.
Ora s'era voltato a osservare Bayta.
Le parlт cercando di usare un tono di voce meno rude. - Ho portato qui con me il cristallo che mi avete mandato… ma devo ammettere che il tizio che ti ha fatto il ritratto doveva essere un dilettante.
Tolse di tasca un piccolo cubo trasparente, nel cui interno era possibile vedere una miniatura di Bayta che sorrideva.
— Quello! - disse Bayta. - Chissа perchй Toran vi ha mandato una simile caricatura.
Sono sorpresa che, dopo aver visto il ritratto, mi abbiate permesso di avvicinarmi a voi, signore.
— Dammi pure del tu.
Mi chiamo Fran.
Non mi piacciono tutti questi formalismi.
Anzi, dammi subito il braccio e avviamoci alla macchina.
Fino ad ora avevo poca fiducia nei gusti di mio figlio.
Sarт costretto a cambiare opinione, a quanto pare.
Toran parlт sottovoce allo zio. - Come sta il vecchio in questi giorni? Va ancora a caccia di donne? La faccia di Randu si riempiva di rughe quando sorrideva! - Quando puт, caro Toran, quando puт.
Ci sono volte in cui si scoraggia, quando si ricorda che il prossimo compleanno compirа sessant'anni.
Ma fa presto ad allontanare questo brutto pensiero cattivo e a ritornare a essere se stesso.
E' un mercante di vecchio stampo.
Ma Toran, dimmi, dove hai trovato una moglie cosм carina? Il giovane sorrise e prese sotto braccio lo zio. - Vuoi che ti racconti la storia di tre anni tutti in un fiato, zio? Nella piccola stanza di soggiorno della loro casa, Bayta si tolse i pesanti abiti da viaggio e il cappuccio sciogliendosi i capelli.
Si sedette, accavallт le gambe.
E ricambiт lo sguardo indagatore dell'omaccione.
Disse: - So bene cosa stai cercando di valutare, e cercherт di autarti.
Anni ventiquattro, altezza uno e sessantacinque peso sessantuno, laurea in storia. - Notт che si metteva sempre di fianco come per nascondere il braccio mancante.
Ma questa volta Fran s'avvicinт a lei e disse: - Poichй sei stata tu a tirare in ballo l'argomento… pesi sessantacinque chili.
Scoppiт in una gran risata vedendola arrossire.
Poi disse rivolgendosi a tutti: - Riesco sempre a giudicare il peso di una donna esaminandole le braccia.
Non manco di esperienza.
Vuoi bere qualcosa, Bayta? - Sм, grazie - rispose lei e uscirono insieme, mentre Toran esaminava la libreria per vedere se c'erano novitа.
Fran tornт dopo pochi minuti da solo e disse: - Scenderа piщ tardi.
Si sedette pesantemente sulla poltrona e mise le gambe sul bracciolo.
Il riso e l'emozione gli avevano arrossate le guance e Toran si voltт a guardarlo.
Fran disse: - Bene, ragazzo mio, finalmente sei a casa.
Sono contento.
Mi piace la tua donna.
Non и una di quelle mammolette tutte moine.
— L'ho sposata - disse Toran semplicemente.
— Quella и una questione del tutto diversa, ragazzo - la sua faccia si fece seria. - E' un sistema stupido di legarsi per il futuro.
In tutta la mia lunga vita, con tutta l'esperienza che ho accumulato, non ho mai fatto una cosa del genere.
Randu intervenne. - Franssart che razza di paragoni fai? Fino a sei anni fa, prima dell'incidente, non sei mai stato in un luogo tanto a lungo da poter pensare seriamente a prender moglie.