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Harlan aveva provato un bizzarro, dolcissimo senso di trionfo, a quel pensiero. Per la prima volta in vita sua, aveva scoperto qualcosa che aveva significato per lui molto di piu del rigido adempimento ai suoi doveri nell'Eternita. Ed era stato deciso a rinfocolare la gelosia di Finge, perche Noys Lambent avrebbe dovuto essere sua, definitivamente.

In quell'improvvisa esaltazione che lo aveva preso, aveva fatto subito una richiesta che, originariamente, aveva pensato di fare solo dopo quattro o cinque giorni di attesa, come avrebbe raccomandato la discrezione.

«Intendo chiedere il permesso di stabilire un legame con una Temporale, signore,» aveva detto.

Finge lo aveva fissato, come riscuotendosi da qualche suo pensiero remoto.

«Immagino che si tratti di Noys Lambent.»

«Si, signore. Essendo voi il Calcolatore di questa Sezione, la richiesta deve essere rivolta a voi…»

Harlan aveva desiderato proprio questo. Avrebbe dovuto essere Finge a trasmettere la sua richiesta. Avrebbe dovuto soffrire. E se lui avesse voluto per se la ragazza, ebbene, avrebbe dovuto mettere le carte in tavola… e Harlan avrebbe chiesto e ottenuto che la scelta fosse stata affidata alla ragazza, la sola in grado di decidere. Per poco non aveva sorriso, a quel pensiero. Era stata questa la sua speranza. Portare le cose a quel punto. Sarebbe stato il definitivo trionfo, per lui.

Generalmente, certo, un Tecnico non avrebbe mai potuto sperare di ottenere il successo in una situazione simile contro i desideri di un Calcolatore, ma Harlan era stato sicuro di poter contare sull'appoggio di Twissell, e Finge aveva ancora molta strada da percorrere prima di raggiungere la posizione di Twissell.

Stranamente, pero, Finge era rimasto tranquillo.

«A quanto sembra,» aveva detto, «Voi avete gia preso illegalmente possesso della ragazza.»

Harlan era arrossito, e aveva subito tentato una debole difesa.

«La Carta Spazio-temporale mi ordinava di rimanere solo con lei. Le istruzioni erano molto chiare. Poiche nulla di quanto e accaduto mi e stato specificamente proibito, non provo alcun senso di colpa.»

Si era trattato di una menzogna, e l'espressione vagamente divertita di Finge aveva dimostrato che il Calcolatore se ne era reso perfettamente conto.

«Ci sara un Mutamento di Realta,» aveva osservato Finge.

«In questo caso, dovro correggere la mia richiesta, per ottenere una relazione con la signorina Lambent nella nuova Realta.»

«Non credo che sia una cosa prudente. Come potete essere sicuro in anticipo? Nella nuova Realta lei potrebbe essere gia sposata, potrebbe essere brutta o deforme. Anzi, posso gia dirvi questo… nella nuova Realta, lei non vi vorra. Non vi vorra.»

«Voi non sapete niente!» aveva esclamato Harlan.

«Davvero? Credete che il vostro grande amore sia una cosa tanto spirituale e unica da poter sopravvivere a tutti i mutamenti esterni? Avete letto dei romanzi d'amore Temporali?»

Harlan era stato provocato a tal punto da non riuscire piu a nascondere la collera.

«Per prima cosa, non vi credo.»

Finge aveva detto, freddamente:

«Volete essere piu chiaro, prego?»

«Mentite.» Ormai Harlan aveva abbandonato la prudenza. «Voi siete geloso. Ecco la spiegazione. Voi siete geloso. Avete fatto dei progetti personali su Noys, e invece lei ha scelto me.»

«Vi rendete conto…»

«Mi rendo conto di molte cose. Non sono uno stupido. Forse non saro un Calcolatore, ma non sono neppure un cretino. Avete detto che nella nuova Realta lei non mi vorra. Come potete saperlo? Non sapete neppure quale sara la nuova Realta, a questo punto. Non sapete neppure se dovra esserci una nuova Realta. Avete appena ricevuto il mio rapporto. E dovra essere analizzato, prima che un Mutamento di Realta possa essere calcolato… e poi approvato. Cosi, quando fingete di conoscere la natura del Mutamento, mentite.»

Finge avrebbe potuto reagire in diversi modi. La mente surriscaldata di Harlan aveva gia pensato a diverse ipotesi: ma Harlan non aveva cercato di prevedere quale sarebbe stato il modo scelto da Finge. Il Calcolatore avrebbe potuto andarsene, assumendo il ruolo della dignita offesa; avrebbe potuto chiamare un membro della Sicurezza, e affidare Harlan a lui sotto l'accusa d'insubordinazione; avrebbe potuto urlare, mostrando la stessa collera di Harlan, respingendo le accuse e scendendo su un piano di disputa personale; avrebbe potuto mettersi immediatamente in contatto con Twissell, rivolgendogli una protesta formale; avrebbe potuto…

Finge non aveva fatto nessuna di queste cose.

Aveva detto, con estrema gentilezza:

«Sedetevi, Harlan. Vediamo di parlare di questa faccenda.»

E poiche la reazione di Finge era stata completamente inaspettata, il Tecnico si era seduto, meccanicamente, svuotato di ogni energia. La sua determinazione si era dissolta. Qual era stato il significato di quel comportamento inatteso?

«Ricorderete, naturalmente,» gli aveva detto Finge, «Che io vi ho detto che il nostro problema nel 482° concerneva un atteggiamento indesiderabile che i Temporali dell'attuale Realta avevano assunto nei confronti dell'Eternita. Lo ricordate, no?» Aveva parlato con il tono accondiscendente e comprensivo di un maestro alle prese con un allievo troppo impulsivo: ma Harlan era stato sicuro di avere colto uno scintillio di trionfo negli occhi del Calcolatore.

«Naturalmente,» aveva risposto il Tecnico.

«Certamente ricorderete anche che vi ho detto che il Consiglio d'Ogniquando era riluttante ad accettare la mia analisi della situazione, senza una specifica conferma ottenuta per Osservazione diretta. Questo non significa, forse, che io avevo gia Calcolato il necessario Mutamento di Realta?»

«Ma le mie osservazioni rappresentano la conferma, no?»

«Infatti.»

«E ci vorra del tempo per analizzarle nella maniera dovuta.»

«Assurdo. Il vostro rapporto non significa nulla. La conferma che desideravo me l'avete data verbalmente pochi minuti fa.»

«Non capisco.»

«Sentite, Harlan, lasciate che vi spieghi che cosa non andava nel 482°. Tra le classi piu elevate di questo Secolo, e in particolare tra le donne, era nata l'idea che gli Eterni fossero davvero Eterni… nel senso letterale, e cioe che essi vivessero per sempre. Grande Tempo, amico, e stata la stessa Noys Lambent a dirvelo! Mi avete ripetuto parola per parola quanto vi ha detto, pochi minuti fa!»

Harlan aveva fissato il Calcolatore, con occhi attoniti. Aveva ricordato la voce dolce, carezzevole di Noys, nel momento in cui la ragazza si era chinata su di lui e lo aveva guardato negli occhi, intensamente… Noys aveva detto… Voi vivete per sempre. Voi siete un Eterno.

Finge aveva continuato:

«Una convinzione di questo tipo e spiacevole, certo, ma non tale da giustificare un Mutamento di Realta, in se stessa. Puo portare a certi inconvenienti, puo aumentare le difficolta della Sezione, ma un Calcolo dimostra che solo in una minoranza dei casi esaminati era consigliabile un Mutamento di Realta. Tuttavia, se fosse necessario un Mutamento di Realta, non pensate anche voi che gli abitanti del Secolo che dovrebbero Mutare piu radicalmente nella nuova Realta sarebbero coloro che maggiormente sono vittime della superstizione? In altre parole, le donne dell'aristocrazia. Come Noys.»

«Puo darsi, ma preferisco correre il rischio,» aveva detto Harlan.

«Non ne avrete alcuna possibilita. Credete forse che siano stati il vostro fascino e la vostra bellezza a convincere quella dolce aristocratica a cadere tra le braccia di un Tecnico privo d'importanza? Andiamo, Harlan, cercate di guardare alla cosa con un po' di realismo!»

Harlan aveva serrato le labbra, ostinato, e non aveva risposto.

«Non riuscite a immaginare quale possa essere stata l'altra superstizione nata tra le donne dell'aristocrazia, conseguentemente alla loro convinzione dell'autentica immortalita degli Eterni?» aveva detto Finge. «Grande Tempo, Harlan! Pensate! Quasi tutte le donne dell'aristocrazia credono che una relazione intima con un Eterno, un ripetuto rapporto sessuale, permetta a una donna mortale… come loro si ritengono… di vivere per sempre!»

Harlan aveva vacillato, a quelle parole. Aveva ricordato con chiarezza la voce di Noys: Se potessi diventare Eterna…

E poi lo aveva baciato.

Finge aveva continuato:

«Era difficile credere all'esistenza di una superstizione simile, Harlan. Non aveva precedenti. Si trovava nell'area degli errori casuali, tanto che un Calcolo compiuto sulle possibilita del precedente Mutamento non aveva dato alcun indizio, in un senso o nell'altro. Il Consiglio d'Ogniquando voleva delle prove solide, sostanziali, dirette. Io ho scelto la signorina Lambent, considerandola un'ottima rappresentante della sua classe sociale. E poi ho scelto voi, come secondo soggetto dell'esperimento…»

Harlan era balzato in piedi.

«Voi avete scelto me? Come soggetto dell'esperimento?»

«Mi dispiace,» aveva detto Finge, rigidamente. «Ma era necessario. E voi eravate il soggetto piu adatto.»

Harlan lo aveva fissato, attonito.

Finge aveva avuto il pudore di mostrare un po' d'imbarazzo, sotto quello sguardo muto e incredulo. Aveva detto:

«Non capite? No, vedo che ancora non capite. Sentite, Harlan, voi siete un tipico, gelido prodotto dell'Eternita. Non guardate mai le donne. Considerate le donne, e tutto cio che le riguarda, al di fuori dell'etica professionale… no, c'e una parola migliore, voi le considerate peccaminose. Questo atteggiamento traspare da ogni vostro poro, e per qualsiasi donna voi avete il fascino e il sex-appeal di un pesce morto. Eppure qui noi abbiamo una donna, una bellissima rappresentante di una civilta edonistica, che vi seduce con ardore durante la prima sera che trascorrete insieme, praticamente implorando il vostro amplesso. Non capite che questo e ridicolo, impossibile, a meno che… be', a meno che non si tratti della conferma che stavamo cercando.»

Harlan aveva cercato le parole piu adatte per esprimere il suo sdegno.

«Intendete dire che lei si sarebbe venduta…»

«Perche usate un'espressione simile? In questo Secolo, tutto cio che riguarda il sesso non costituisce alcun motivo di vergogna. I rapporti sessuali sono liberi e normali. L'unica cosa strana e che lei abbia scelto voi come partner, e ha fatto questo per ottenere la vita eterna. E chiaro.»

E Harlan, in piedi, con le braccia alzate, le mani contratte, senza alcun pensiero razionale in mente, senza alcun pensiero a parte quello di strozzare e fare tacere Finge, si era gettato contro il Calcolatore, come una furia.

Finge si era affrettato a indietreggiare. Aveva impugnato un disintegratore, fissando Harlan con volto livido, tremante:

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